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Lavoro

Ex Cerutti, in 60 sono senza lavoro. Ora serve una risposta!

Speranze di occupazione sono legate anche all’arrivo di Intel

Da tempo i riflettori sulla Cerutti sono spenti ma, il tema dell’occupazione, tiene banco più che mai. Tre le certezze di questo avvio del 2022: la collocazione di 30 lavoratori alle dipendenze della Bobst di San Giorgio Monferrato; la non fattibilità della cooperativa, ipotesi a dire il vero tramontata già fin da subito, dall’autunno del 2021; una sessantina di persone rimaste senza lavoro. 

Una grande sfiducia

È quest’ultimo dato a rendere drammatica la situazione del post Cerutti: 60 ex dipendenti con tutto il carico famigliare sulle proprie spalle rimasti a bocca asciutta, in una sorta di limbo, di zona grigia priva di prospettive. Per loro, il futuro resta una grossa incognita. Dice Maurizio Cantello, della Fiom-Cgil: «Sono finiti tutti in Naspi, senza cassa integrazione, tanti di loro desistono, il lavoro non lo cercano più tanto sono sfiduciati».

Microchip italiani

Intanto si riapre la partita per i microchip italiani. E Intel, il più grande produttore americano di microchip, è in primo piano per costruire un impianto di produzione. Al centro dei colloqui fra l’azienda guidata da Pat Gelsinger e il governo di Mario Draghi è in ballo un investimento tra gli 8 e i 9 miliardi di euro per i prossimi dieci anni. Obiettivo della trattativa è costruire in Italia una fabbrica avanzata di confezionamento (packaging) dei microchip, cioè l’ultimo processo nella catena di produzione dei millimetrici ‘cervelli’ digitali che fanno muovere interi settori industriali, dall’automotive all’elettronica. 

Con 350mila metri quadri

Tra le aree sotto la lente d’ingrandimento, per quanto riguarda il Piemonte, figura anche la zona industriale di Casale. La conferma viene dall’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Tronzano che commenta: «Nel dossiér predisposto dalla Regione, c’è anche uno spazio che riguarda Casale Monferrato non sarà facile perché, oltre al Piemonte, ci sono anche altre regioni. Andiamo avanti ma, per ora, nessuna novità sostanziale». Cautela, dunque, in attesa dei prossimi sviluppi. La superficie casalese ammonterebbe a 350mila metri quadri necessari per l’impianto di packaging.

servizi e approfondimenti su "Il Monferrato" di martedì 18 gennaio


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Marco Imarisio

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