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Intervista
Miryam Belfiore con la sua "Mosca" che vince tutto al Festival “I Visionatici”
Giovane cantautrice originaria di San Salvatore Monferrato

Miryam Belfiore, giovane cantautrice originaria di San Salvatore Monferrato, ha incantato giuria e pubblico della Capitale, durante la finale del Festival “I Visionatici”, svoltasi presso l’EUR Social Park. E con 6 premi ricevuti, Miryam si conferma una delle voci più interessanti della nuova canzone d’autore italiana. Uno degli appuntamenti più attesi della scena musicale indipendente italiana, patrocinato da Nuovo IMAIE e Culture Roma, che quest’anno ha visto le selezioni dei finalisti tra oltre mille candidati in 13 città italiane differenti. Oltre ai successi musicali, Miryam è attualmente impegnata nel tour di “Sherlock Holmes - Il Musical”, accanto a Neri Marcorè.
Con il brano “Mosca”, Miryam ha vinto la categoria cantautori, mostrando intensità interpretativa, originalità autoriale e maturità espressiva. A valutare le esibizioni, una giuria di alto profilo composta da Chiara Galiazzo, Noemi La Noe Serracini (Rai Radio 2), Domenico Marocchi (Rai), Eleonora Scaiola (Dimensione Suono Roma), Sofia Petti (Corriere della Sera) e Valentina Venturi (Il Messaggero). Proprio Miryam ci racconta il “suo” bellissimo mondo della musica.
Miryam come nasce la passione per il cantautorato?
Rischiando di essere scontata, direi da un’esigenza nata da piccina. Forse anche in maniera inconscia. Ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni verso i sei/sette anni. Erano brevi, erano soprattutto in inglese, ed erano molto sentimentali. Cercavo di dare uno spazio alla mia parte più emotiva nei ritornelli, nelle canzoncine, perché le mie emozioni non trovavano un altro spazio esterno.
Hai muse o cantanti a cui ti ispiri?
Sì, e cambiano periodicamente. Se ci penso in questo momento il mio cervello si muove verso Jannacci, David Bowie, Billie Eilish, Serena Brancale, Elio e le Storie Tese, PJ Morton, Dulce Pontes, Lucio Dalla, Jacob Collier e tanti altri. Sono artisti che ammiro per motivi diversi e a cui mi ispiro inglobandoli nei miei ascolti, lasciandomeli entrare dentro e facendoli riaffiorare quando è il momento.
Come definiresti il tuo genere musicale? E dove lo inserisci...?
Non saprei dove inserirlo ma so in quali luoghi mi piacerebbe inserirmi e sono un po’: il pop, l’R&B, il teatro musicale, un genere ibrido che li comprenda tutti e tre. E anche qualcos’altro, perché no! Spero di poter consolidare ciò che ho amato negli anni e di poterlo arricchire con influenze nuove.
Parliamo dei premi “romani”, di cosa parla il tuo testo e cosa rappresentano questi riconoscimenti per te?
Il testo parla di una mosca, in maniera direi abbastanza letterale. Parla di un rapporto travagliato fra me e l’insetto, o fra me e una persona, o di qualunque altro rapporto o scenario che permetta a chi l’ascolta di dire “ah sì, ho capito, mi è successo”. Ricevere questi premi, soprattutto quello come miglior testo, per me sono una soddisfazione immensa. A volte si crede nel proprio lavoro ma non si può sapere come verrà recepito, e sentire suonare qualche campanello esterno è sempre bello.
Quale deve essere il rapporto per un’artista con i social?
Penso debba essere quello che ognuno sente debba essere per sé. Io ho un rapporto dolce-amaro con i social, o meglio, con una presenza costante. Ma si tratta di un’opportunità, della possibilità di creare una piattaforma di scambio, d’interazione e di “auto-promozione”, che può risultare un termine fastidioso, ma non è altro che il tentativo di far conoscere la propria musica... Io ci sto lavorando.
Nella tua performance inserisci anche un pizzico di ironia...ma alla fine la mosca l’hai trovata?
Alla fine sì, e l’ho anche stecchita! Ho vendicato il fastidio per i ronzii.
Monferrato, terra natia. Il rapporto con il nostro territorio come lo canteresti?
Mi ricorda l’infanzia, quindi probabilmente con una filastrocca in musica, tipo: “Alti e bassi, verde e sassi/Corro sul selciato/Se prima era salita, adesso sto sul piano/Metto qualche nota in fila come dedica al Monferrato”
Quale località sceglieresti tra le nostre colline per un tuo concerto?
Forse Piazza Castello a Casale Monferrato. Sulla piazza si affaccia il liceo che ho frequentato. Lì ho passato la mia adolescenza, costruito alcune delle amicizie che continuo a portare con me e preso la decisione di buttarmi in questo mestiere. E poi è una gran bella piazza!
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