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Della laurea ad honoris di Yale: «Dopo Bill Cosby adesso la revoca a Schmidheiny»

L’università di Yale ha recentemente revocato il titolo di “Doctor of Humane Letters”, ovvero la laurea ad honoris causa conferita all’attore Bill Cosby nel 2003. La decisione è stata assunta dal cda in quanto «gli atti del tribunale fornivano prove chiare ed inequivocabili di una condotta che viola le norme di decenza condivisi dalla comunità di Yale, condotta non nota al Consiglio all’epoca in cui la laurea fu conferita».

La “condotta” in questione è riferibile allo scandalo sessuale in cui l’attore è stato coinvolto e che ha portato a una condanna per gli abusi che avrebbe perpetrato nei confronti di un gran numero di donne. La notizia ha suscitato l’interesse di chi - un gruppo di 30 ex allievi di Yale - aveva chiesto che fossero revocata anche l’onorificenza assegnata a Stephan Schmidheiny nel 1996. Gruppo di ex alievi guidato da Daniel Berman, ricercatore nell’ambito della sicurezza e del lavoro.

Yale aveva conferito l’onorificenza a Schmidheiny, industriale miliardario svizzero per il lavoro che aveva svolto in difesa dell’ambiente globale. E chi mette oggi in discussione questa decisione ricorda che Schmidheiny, «dal 1976 al 1990 aveva gestito l’impresa di famiglia, la Eternit che produceva materiali per l’edilizia, alcuni dei quali contenenti amianto».

Proprio per questa attività  nel 2012 Schmidheiny fu condannato in primo e secondo grado dal tribunale di Torino che lo ritenne responsabile delle migliaia di morti causate dall’amianto nei siti in cui si trovavano gli stabilimenti Eternit, sia tra i lavoratori, sia tra i loro familiari, così come tra i cittadini. La condanna prima a 16 e poi a 18 anni di carcere non ebbe però alcun effetto perché la Corte di Cassazione decise in ultima istanza di cancellare l’intero processo ritenendo prescritto il reato già molti anni prima che il dibattimento avesse inizio e vanificando così l’attesa di giustizia delle migliaia di persone che si ammalarono molto tempo dopo la chiusura degli stabilimenti, visto che le patologie asbesto-correlate si verificano anche 40-50 anni dopo l’esposizione alla fibra killer.

Un altro processo è attualmente in corso a Torino per omicidio colposo per due morti asbesto-correlate. «La commissione che nel 1996 selezionò Schmidheiny per attribuirgli la laurea ad honorem non era a conoscenza di che cosa avesse fatto», dice Berman. Adesso che Yale ha assunto questa decisione per quanto riguarda Cosby, aggiunge, «dovrebbero revocare anche la laurea a Schmidheiny; penso che sia un imbarazzo per Yale e una vergogna». All’inizio di giugno Tom Conroy, portavoce di Yale, aveva tuttavia dichiarato che l’Università non ha ancora preso in considerazione la laurea ad honorem di Stephan Schmidheiny e che qualunque decisione in merito alla revoca dovrebbe esser fatta dal CdA. «Decisioni - dice - estremamente rare».

Positiva la scelta assunta su Cosby, dice Bruno Pesce dell’AFEVA (Associazione Familiari e Vittime amianto) evidenziando al tempo stesso che pur essendo riprovevole e disgustosa la condotta del famoso attore le responsabilità di Schmidheiny per la strage Eternit sono «infinitamente più gravi».

E se è vero che nel caso di Schmidheiny un pronunciamento di condanna definitiva non c’è stato è anche vero che la Cassazione non ha messo in discussione l’enorme mole di prove e di testimonianze con cui il tribunale di Torino era giunto alla conclusione che il massimo dirigente e proprietario dell’Eternit fosse il vero responsabile dell’inquinamento e che fosse consapevole delle morti che avrebbe provocato.


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Silvio Morando

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