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  • 19 febbraio 2022
  • Casale Monferrato

Interviste

Settimana corta? College? Psicologo? Parlano gli studenti

Sei ragazzi condividono i loro pensieri sulle sfide della scuola

Settimana corta, settimana lunga o College? Recentemente, alcune scuole superiori della provincia della Alessandria hanno confermato la settimana corta - ovvero lezioni da lunedì a venerdì con l’esclusione del sabato - a partire dal prossimo anno scolastico e, mentre affascina l’idea del College, una riflessione più puntuale sull’opportunità o meno di concentrare il monte ore in cinque giorni, e di ridurre la fruizione delle offerte extracurricolari, andrebbe condivisa trasversalmente tra studenti e insegnanti in primis. Non è pensabile di ragionare a tavolino senza coinvolgere gli studenti, rendendoli coscienti dei vantaggi e degli svantaggi.

Anche con loro andrebbe aperto un confronto, recuperando quei fili della relazione e dell’ascolto che i ritmi della società hanno spezzato perché, al di là delle posizioni, la loro voce resta spesso inascoltata, creando precedenti anche in termini di autostima. Con alcuni di loro abbiamo condiviso questi pensieri fino a ragionare sull’utilità del Bonus Psicologo.

«La formula del College tipo americano sarebbe rivoluzionaria e attirerebbe molti ragazzi», commenta Alice Di Camillo (V Turismo dell’Istituto Leardi); «Sarebbe la realizzazione di un sogno - prosegue Samuele Beuchod (V Chimica dell’Istituto Sobrero) - penso ad un luogo dove gli studenti possano trovarsi, fare sport e studiare insieme. Un luogo omnicomprensivo di tutto, anche di shop, caffetterie e spazi di condivisione. Rispetto al sabato a casa, certo, sarebbe bello ma, di contro, per nulla mi piacerebbe l’introduzione dei pomeriggi a scuola».

«Credo che la settimana corta non sia un’ottima opzione - osserva Alice Russo (Liceo Classico dell’Istituto Balbo) - Grazie al sabato, le ore di studio vengono spalmate su più giorni e il carico risulta minore. Sono favorevole al College tipo americano, ma senza che questo vada a sostituirsi con l’offerta attuale: lo vedrei bene ad integrazione dei già magnifici corsi attualmente erogati dalla scuola. Inoltre, sarei favorevole all’inserimento di spazi, come quelli delle scuole americane, per attività trasversali e socializzazione». Così, Sabrina Foto (Liceo Linguistico, Istituto Balbo): «La struttura scolastica attuale mi piace molto così com’è; la settimana corta equivarrebbe a togliere alcune materie o farle meno approfonditamente».  Dello stesso pensiero è anche Giacomo Lorenzo Giarola (AFM dell’Istituto Leardi): «Non fare il sabato significherebbe recuperare le ore al pomeriggio e, tutto, sarebbe più pesante». Unica voce fuori dal coro preso a campione è quella di Alberto Racerro (V Liceo Scienze Applicate dell’Istituto Sobrero): «Il College mi sembrerebbe una soluzione affascinante ma, nel frattempo, la settimana corta sarebbe efficacissima: un week end più lungo ci consentirebbe maggior riposo per rendere meglio in settimana».

Hanno idee chiare e ben motivate i giovani intervistati sebbene, con rammarico, sappiano già che la loro voce resterà fuori dai tavoli decisionali.

«Le manifestazioni sono l’unico strumento per richiamare l’attenzione sulle nostre richieste, ma il più delle volte vengono sminuite e restano inascoltate - osserva Alice Di Camillo - questo, comporta ritrosia nel parteciparvi e ci fa sentire inutili; sappiamo in partenza che le istituzioni non ci terranno in considerazione e che mai verremo rispettati... Rispetto al Bonus Psicologo, sono convinta che lo psicologo sia una presenza essenziale per la vita di chiunque e che tutti dovrebbero poterlo avere al proprio fianco. La pandemia ha provocato danni psicologici enormi in tantissimi giovani; non è giusto che li debbano affrontare individualmente».

«Credo sia essenziale poter contare su un supporto psicologico per noi giovani, anche se in Italia, a differenza dei Paesi Anglosassoni, l’aspetto psicologico è ancora troppo sottovalutato - prosegue Alice Russo - L’isolamento e i grandi cambiamenti hanno portato tutti ad un maggior bisogno di ascolto; meglio, se da parte di persone specializzate capaci di farci buttare fuori ciò che ci fa stare male. Condividere qualcosa di brutto con qualcuno aiuta a vedere le cose meno tragicamente e a sentirsi meglio bene. Chiedere aiuto è sinonimo di forza e non di debolezza».

«La pandemia ha influito nell’ambito psicologico degli studenti, ma anche dei professori e dei genitori - precisa Sabrina Foto - Credo che un buono psicologico serva indipendentemente dalla pandemia e non solo per noi studenti».

Non la pensa così Samuele Beuchod: «A mio parere i giovani non amano farsi aiutare dagli specialisti. Siamo in un’età in cui amici e genitori sono un punto fermo per quasi tutti. Certo, la pandemia ha provocato molti danni psicologici e sarebbe utile parlarne con chi ne capisce ma, allo stesso tempo, non andrebbe mai sottovalutato il timore del giudizio. Rispetto alle istituzioni, la gran parte delle volte le istanze studentesche finiscono nel vuoto; quando recepite, invece, i tempi di riscontro sono sempre troppo lunghi».


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