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Firmata la cassa integrazione per Siltal. Gabrio Caraffini impugna il fallimento

Giornata tutta romana ieri, martedì per definire la questione Siltal. Al mattino incontro al Ministero del Lavoro per firmare la richiesta di cassa integrazione per procedura concorsuale, passaggio essenziale per dare alle 330 famiglie che ancor sono in forma alla Siltal un altro anno di respiro, nella speranza, mai sopita che qualcosa possa avvenire, sia per un eventuale subentro di altri imprenditori che possano recuperare un po’ di posti di lavoro, sia per l’apertura delle liste di mobilità che faciliteranno il reimpiego. Presente anche un funzionario della Provincia di Alessandria che provvederà nei prossimi giorni a esaminare la pratica nella commissione competente allo scopo di rinnovare l’anticipo delle indennità di cassa integrazione - 700 euro al mese - per non lasciare le famiglie completamente prive di risorse in attesa che la cassa venga effettivamente erogata dall’INPS. Sempre ieri, a Roma, nel pomeriggio alle 15 in sede sindacale nuovo incontro tra le parti e la curatela fallimentare (Restaino e Vigna e il loro consulente del lavoro Bollati) per definire il percorso per l’apertura delle procedure di mobilità volontaria «che non abbiamo sottoscritto perché servono verifiche tecniche su come mettere in pratica la procedura», spiega Tonio Anselmo, Fim-Cisl. «Fatte le verifiche tecniche lo firmeremo nelle prossime settimane». Alle 17,30 - infine - nuovo incontro al ministero delle Attività produttive per un ultimo confronto con il dicastero, che ha seguito passo passo, negli anni, la questione Siltal. «Il curatore dottor Vigna ha illustrato la situazione e le operazioni che hanno intenzione di fare», dice Anselmo. In pratica solo due stabilimenti disponibili l’alienazione e quindi utili al recupero di risorse economiche, quello di Ticineto e l’altro di Bassano del Grappa, gli altri non sono nella disponibilità in quanto sono di fatto più di proprietà della banche con cui la precedente amministrazione aveva attivato alcuni leasing. Ma gli unici impianti effettivamente vendibili sono quelli di Ticineto, in quanto a Bassano le attrezzature già obsolete sono state danneggiate da eventi atmosferici eccezionali (una tromba d’aria che ha scoperchiato il tetto e in seguito precipitazioni atmosferiche). Resta quindi solo il valore immobiliare. Per Ticineto invece i la curatela ha fatto sapere di avere avanzato proposta di vendita agli operatori del settore elettrodomestico italiani e europei e che c’è interessamento per parte dell’attività di Ticineto, tutto da verificare nell’arco dei prossimi sei mesi. Infine si è appreso che Gabrio Caraffini, il patron della Siltal spa dichiarata fallita, ha impugnato la sentenza di fallimento per incompetenza territoriale del tribunale di Casale in quanto la sede legale della società era a Roma. Cosa ritenuta no rilevante dalle organizzazioni sindacali che mettono in evidenza che a Ticineto c’era invece la sede di fatto, amministrativa. Vicende di cui verranno informati i lavoratori nel corso di una assemblea che si svolgerà domani dalle 14 alle 15 nella sede di Ticineto.

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Lorena Balbo

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