Vittima dell’usura: una truffa. Con uno stratagemma aveva spillato 600 euro a un prete
di Bruno Cantamessa
«Sono finito nelle mani degli usurai che non mi danno tregua e continuano a chiedermi soldi. Ho bisogno urgente di 600 euro, per favore mi aiuti».
Questa la richiesta avanzata dal 64enne Enrico Ferrante, palermitano residente a Casale in via dei Fiori, a un anziano parroco di un paese collinare alle porte di Casale, al quale si era rivolto fornendo tra l’altro l’identità di tale Salvatore Vinci. Era la fine di aprile del 2011 e il sacerdote gli diede il denaro, anche perchè nel frattempo era stato contattato telefonicamente da un presunto complice che qualificandosi come volontario del Centro di Ascolto di Casale, lo invitava ad aiutare l’uomo che si era presentato in parrocchia. Tuttavia l’anziano prete ben presto si rese conto del raggiro e sporse denuncia. Così si arrivò all’identificazione di Enrico Ferrante - personaggio già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici - come l’autore dell’imbroglio. Nei suoi confronti scattò una segnalazione alla Procura della Repubblica per truffa e sostituzione di persona. Per la prima ipotesi di reato il sacerdote - al quale è stato restituito il denaro - ha rimesso la querela. Si è invece proceduto d’ufficio per la sostituzione di persone. Processato con rito abbreviato, Enrico Ferrante, assistito dall’avv. Michele Manassero, è stato condannato dal giudice onorario Piergiorgio Oddone, a 2 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali. Novanta giorni di tempo per il deposito della motivazione della sentenza.
Sempre per raggiri ad anziani sacerdoti, recentemente i Carabinieri di San Salvatore, dopo lunghe indagini, hanno denunciato tre pregiudicati - due italiani e un rumeno residenti nelle Marche - che erano riusciti a imbrogliare alcuni religiosi appartenenti alla Diocesi di Casale che, pensando di aiutare persone in difficoltà, avevano consegnato loro del denaro. I preti truffati - due sono parroci nei paesi, il terzo regge una parrocchia a Casale - erano stati contattati al telefono da uno dei malviventi che spacciandosi per un parrocchiano era riuscito a far versare dei soldi su una carta prepagata in uso al terzetto.