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Il Vignale Monferrato Festival approda a Palermo

Il Vignale Monferrato Festival approda a Palermo all’interno della quarta edizione di Nuove Pratiche Fest, appuntamento nazionale dedicato all’innovazione culturale ideato da CLAC, in programma dal 21 al 24 marzo.

Nell’ambito del workshop promosso da Fondazione Fitzcarraldo, il 23 marzo si parlerà del progetto di audience development Il Paese della Danza a cura di Mara Loro, nato e sviluppato all’interno del Vignale Monferrato Festival, ideato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo e realizzato grazie alla collaborazione con gli enti locali e al sostegno della Fondazione CRT.

 Il Vignale Monferrato Festival, festival internazionale di danza contemporanea, fin dalla seconda edizione si è fatto carico della progettazione culturale, dedicando risorse all’apertura di un dialogo con il territorio. Dialogo che nasce dalla memoria sedimentata del precedente festival di danza ospitato dal territorio (Vignale Danza), dalla storicità trentennale e con un progetto artistico radicato nell’immaginario locale e non solo. Il progetto di coinvolgimento del territorio del VMF nasce da queste premesse, dall’esigenza dei cittadini di dare un nuovo significato a questa immaginario, rappresentato da una insegna “il Paese della Danza” che si trova sulla strada che porta al centro storico.

 “Quale interesse può avere oggi un territorio per un festival di danza contemporanea? Intorno a questo quesito è stato costruito il progetto “Il Paese della Danza ”– spiega Mara Loro di Piemonte dal Vivo.

Incontri e interviste con funzionari del comune, albergatori, ristoratori, commercianti e semplici cittadini sono state occasioni di dialogo che hanno svelato l’humus culturale del territorio: le narrazioni. Un maestro di musica che, di scuola in casa, ha educato un intero paese all’ascolto e alla pratica degli strumenti; le danze della domenica nel salone del Comune, le danze clandestine durante la guerra, le feste nei cortili con la fisarmonica dopo la guerra, le domeniche nelle piste da ballo, la tradizione della Curmà con il suo ballo al palchetto. Intorno a queste narrazioni si è potuto sviluppare un dialogo sul senso individuale e collettivo di un nuovo progetto culturale condiviso.

I contenuti, reperiti sul campo e portati dal festival, sono stati osservati attraverso il prisma della interdisciplinarità e dell’intersettorialità per costruire un dialogo con il territorio che coinvolgesse attivamente le risorse potenziali esplicitate dai cittadini.

Su questi presupposti – continua Mara Loro - si è costruito “un territorio di mezzo”, un progetto di coinvolgimento, Il Paese della Danza, nel quale persone appartenenti a categorie sociali e culturali e a contesti geografici differenti sono riunite temporaneamente intorno ai contenuti portati da un progetto artistico o culturale (tic-temporanee identità collettive).

 Fondamentale è stato il recupero del palchetto, un chiostro circolare in legno del 1800 sul quale si danzava il ballo al palchetto appunto, ri-allestito da una negoziante di Vignale, ex scenografa pubblicitaria, montato dai cittadini e messo a disposizione del coreografo Tommaso Monza, chiamato dal festival nel 2017 a reinterpretare in chiave contemporanea la tradizione culturale del ballo al palchetto, viva ancora oggi, mescolando i danzatori professionisti della sua compagnia con un gruppo di ballerini locali.

 Riteniamo – aggiunge Mara Loro -  che i progetti partecipativi condotti con questo approccio possano essere una modalità di contaminazione reciproca tra un sistema culturale e gli interessi territoriali, ma sono anche strumenti di coesione sociale, in quanto promuovono relazioni tra soggetti appartenenti a contesti socio-culturali differenti, ed infine possono anche diventare occasioni di innovazione culturale.

 Il Paese della Danza - aggiunge Matteo Negrin, Direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo - implica nel suo sviluppo una nuova figura di operatore culturale che è in tutto e per tutto un Community Manager, stimolatore e facilitatore di processi che coinvolgono competenze e interessi spesso molto distanti fra loro. Questa figura – le cui competenze sono prima di tutto relazionali – è la chiave di volta di un processo di comunità in continuo divenire che coinvolge l'artista, la comunità e il suo territorio in un percorso non sempre rettilineo il cui tratto saliente è la complessità. Il manager culturale così inteso è una figura in grado di contenere questa complessità e di leggere le emergenze come segnali e non come urgenze, laddove anche la performance non è più un'opera a sé stante, ma diventa la trasformazione in racconto, restituzione rituale di un processo/percorso di comunità.

Il progetto di audience development del Vignale Monferrato Festival è stato recentemente inserito come esempio di tic-temporanee identità collettive nel volume “La (quasi) impresa” a cura di Hangar Piemonte e pubblicato da Gruppo24Ore. 

Nuove Pratiche Fest si svolge dal 21 al 24 marzo tra gli spazi del Goethe-Institut e quelli di Cre.zi. Plus, il nuovo hub creativo ai Cantieri Culturali alla Zisa e sarà dedicato al tema dei festival culturali.


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Veronica Spinoglio

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