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In Corte d’Assise

Il processo Eternit-Bis: lunedì si torna in aula

Escussione di un accademico statunitense della difesa

Sarà recuperata lunedì 11 luglio l’udienza del processo Eternit-bis rinviata lo scorso 23 maggio quando al cospetto della Corte d’Assise di Novara, chiamata a giudicare Stephan Schmidheiny in merito all’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale di 392 persone, si sarebbe dovuto sedere il prof. Gary M. Marsh, docente dell’Università di Pittsburgh.

L’accademico statunitense, consulente della difesa del 74enne imprenditore svizzero, non aveva potuto raggiungere l’Italia a causa della cancellazione del suo volo da New York dovuta a una tempesta che aveva interessato la East Coast.

Lunedì, dunque, sarà la volta della sua relazione (sarà tradotto in aula da un interprete), probabilmente volta a confutare le tesi epidemiologiche dei consulenti della Procura: vista la lontana provenienza del consulente, nella stessa udienza di lunedì i pubblici ministeri Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare procederanno subito anche al suo controesame.

Il filone novarese del processo Eternit-bis procede, dunque, con l’acquisizione delle prove a discarico. L’ultima udienza di giugno aveva visto l’esposizione del prof. Andrea D’Anna, ingegnere chimico e ordinario all’Università “Federico II” di Napoli, che aveva stimato l’influenza delle coperture d’amianto danneggiate e non sostituite, dei polverini e dei battuti sulla qualità dell’aria di Casale e sulla storia residenziale delle 392 posizioni del capo d’imputazione.

Prima di lui erano già stati ascoltati diversi periti chiamati dai difensori di Schmidheiny, gli avvocati prof. Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva, con trattazioni relative all’igiene industriale e agli interventi messi in campo da Eternit, ai meccanismi di cromotripsi ritenuti alla base del mesotelioma e alla revisione delle diagnosi. Intanto, per giovedì prossimo, 14 luglio, è attesa anche la sentenza del processo di appello del filone torinese dell’Eternit-bis nel quale, in primo grado,

Schmidheiny era stato condannato a 4 anni per l’omicidio colposo (la Procura di Torino, infatti, si era allineata alla riqualificazione del reato stabilita dal gup Federica Bompieri) di un ex lavoratore della Saca di Cavagnolo e di una donna, anch’ella residente a Cavagnolo. Il procuratore generale Carlo Maria Pellicano ha chiesto la conferma della condanna a 4 anni mentre i due difensori hanno sollecitato il collegio giudicante della III sezione penale della Corte d’Appello di Torino, presieduto dal giudice Flavia Nasi, per una revisione della sentenza di primo grado in chiave assolutoria.      


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Roberto De Alessi

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