Spianata la strada per la Docg del Barbera del Monferrato Superiore
L'audizione di mercoledì a Marengo ha spianato la strada alla Docg. La Barbera del Monferrato Superiore, dopo una revisione del disciplinare, potrà fregiarsi della fascia della Docg. C'è stata unità d'intenti, tra i presenti, per la promozione del vino anche se alcuni punti del disciplinare dovranno comunque essere rivisti e corretti. Dopo le numerose visite e degustazioni compiute nelle cantine (con risultati definiti ampiamente positivi) da parte dei componenti del Comitato Nazionale per la tutela e valorizzazione delle Doc e Igt, ora la pratica passerà a Roma, dove, in primavera, sarà esaminata dalla Commissione del Ministero delle Risorse Agricole per l'approvazione definitiva.
Per i produttori della Barbera delle province di Asti (il salto di categoria verso la Docg riguarda anche la Barbera d'Asti) e Alessandria si tratta dunque di una tappa storica. Soddisfatta la Provincia per il decisivo passo avanti verso il riconoscimento della «garantita». «La partecipazione convinta del territorio a queste assemblee - spiegano il presidente della Provincia, Paolo Filippi, e l'assessore all'Agricoltura Davide Sandalo - è stata una risposta molto importante Due territori, l'Astigiano e il Monferrato Alessandrino, si sono mossi insieme per innalzare la qualità del proprio prodotto enologico proponendo un progetto unitario che, come in un gioco ad incastri, si sorregge a vicenda e si garantisce reciprocamente con la convinzione che in questo modo la produzione tutta della Barbera porterà ad una ricollocazione più favorevole nel mercato mondiale, sia nel controllo numerico delle bottiglie sia nell'innalzamento della qualità, soprattutto della tipologia della Superiore».
«Certamente - aggiunge Sandalo - non è mancata la volontà di approfondire e discutere il disciplinare che ha reso il dibattito vivace ed interessante. La filosofia di fondo è, però, stata accettata all'unanimità: il passaggio alla Docg delle Barbere d'Asti e del Monferrato Superiore aprirà nuove prospettive commerciali. Questo ci conferma che il cammino intrapreso è quello giusto».
Maurizio Gily, direttore dell'Enoteca Regionale di Vignale, sottolinea gli aspetti economici della questione: «Il reddito di cui godono oggi i viticoltori della Barbera che vendono le uve sul libero mercato o le conferiscono alle cooperative non è tale da assicurare un futuro alla nostra viticoltura. Per questo è necessario che l'uva di alta qualità, ottenuta da vigneti pregiati del Monferrato o dell'Astigiano, valga almeno un euro al chilo». Intanto l'europarlamentare del Partito Democratico Gianluca Susta fa sapere che a Bruxelles il Parlamento non ha accolto la proposta di vietare lo zuccheraggio per aumentare la gradazione.