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  • 05 settembre 2016
  • Casale Monferrato

Peculato: ammanchi per oltre 170mila euro alla Croce Rossa di Casale. Indagate cinque persone del vecchio direttivo del comitato locale

La Guardia di Finanza di Casale al termine di una lunga indagine, ha denunciato alla Procura della Repubblica di Vercelli con l'accusa di peculato, cinque persone del trascorso comitato locale della Croce Rossa Italiana, ritenute responsabili, nel periodo dal 2006 al 2015, a vario titolo, di sottrazione di beni e denaro da destinare agli assistiti in difficoltà. Il servizio, durato più di un anno, ha avuto origine da diverse segnalazioni pervenute dai nuovi responsabili del Comitato casalese a seguito di rilevati ammanchi e varie irregolarità perpetrate con disinvoltura. Dopo gli iniziali accertamenti e l’approfondimento delle varie ipotesi individuate, nel corso dell’estate 2015, le Fiamme Gialle, su provvedimento dell’autorità giudiziaria, hanno perquisito le abitazioni di quattro persone, aventi incarichi di responsabilità, in passato, nella locale CRI, rinvenendo copiosa documentazione. L’esame delle carte sequestrate ha consentito di rilevare come fosse diventata prassi consolidata l’utilizzo di tessere benzina dell’associazione, per il rifornimento delle auto personali, nonché quelle del supermercato per l’acquisto di beni ad uso personale (piccoli elettrodomestici, capi di abbigliamento, prodotti per la casa, cosmetici, superalcolici, cibo per animali, farmaci per patologie sofferte dagli interessati, ecc.), facendoli apparire, invece, come destinati alle famiglie indigenti. I militari, grazie alla fattiva collaborazione dell’attuale vertice del Comitato CRI casalese, hanno poi ricostruito e documentato, nel corso di numerosi anni, il rimborso non spettante di spese per oggetti personali e viaggi effettuati dagli indagati o loro parenti, estranei all’ambiente della Croce Rossa. Al termine dell’attività investigativa, è stata segnalata la presunta responsabilità penale di cinque soggetti nonché quantificata la sottrazione alle finalità istituzionali dell’associazione di oltre 173.000 euro, che gli indagati dovranno ora giustificare davanti agli inquirenti

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Stefania Zanatta

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