Articolo »

Il "dopo Festival"

L'immagine degli artisti a Sanremo secondo Paolo Demaria

La settimana del make up artist

Nella foto, con Demaria e un suo collaboratore, il cantante Gio Evan
Porte chiuse all’Ariston di San Remo, quest’anno, non solo per il pubblico, ma altresì per truccatori e stylist. I rigidi protocolli di sicurezza hanno interessato anche il make-up artist monferrino Paolo Demaria il quale, tra ciprie, pennelli e spostamenti, durante la lunga settimana sanremese, ha effettuato ben 8 tamponi. Tuttavia, per lui, nulla di nuovo e/o sorprendente, ma esattamente in linea con le misure che, in quest’ultimo anno, hanno regolato il suo lavoro con Case Discografiche, attori e persone dello spettacolo.
 
Nell’agenda di Demaria, per questa nuova edizione del Festival della Canzone, ancora tanti i cantanti, artisti e giornalisti, da Giò Evan a Francesco Renga, Aiello, Colapesce e Dimartino con la ballerina Paola Fraschini, Fulminacci, Ghemon, Fasma, Elena Faggi, Wrongonyou e la Band di Achille Lauro; Andrea Delogu ed Ema Stokholma di Rai Radio2; Il volo, Erminio Sinni,Gianni Pera, Elena Ferretti, Ann Harper, Roy Paci, Valerio Lundini, Dardust, Neffa, Pinguinitattici, Casadilego, Claudio Santamaria e Francesca Barra, Giacomo Castellana e Umberto Tozzi e band, e Willie Peyote. 
 
Alta la tensione nei primi giorni del Festival e tanta la paura di contagio, sia per i cantanti sia per tutte le professionalità che vi sono ruotate intorno, in particolare, dopo i primi esiti positivi che hanno costretto cantanti e ospiti a rinunciare alla partecipazione. “Nessuno poteva uscire dalle proprie camere; San Remo deserta, silenziosa e solitaria” ci racconta Paolo il quale, invece, ha potuto contare su un permesso straordinario per spostarsi di hotel in hote e raggiungere i cantanti. “All’arrivo nelle diverse hall, subito, scattava il tampone (per me, ogni 24 ore, essendo giornalmente in movimento da un hotel all’altro; per il mio staff, ogni 48 ore) e, poi, dopo cinque minuti di interminabile attesa, si indossava doppia mascherina, guanti, occhiali, visiera e, sfilate le scarpe, si poteva entrare in camera e cominciare a lavorare”. Trucchi rigorosamente monouso e strumenti riservati, per poi essere lavati, sterilizzati e imbustati ogni sera, per il giorno dopo. “L’organizzazione è stata eccellente: tante le riunioni preliminari via zoom con artisti, stylist e staff, per definire ogni particolare del trucco e parrucco. Per molti versi, se vogliamo, il lavoro è stato più facile. Gli artisti non hanno dovuto spostarsi di continuo per soddisfare interviste e appuntamenti: tutto si è svolto dalle loro camere grazie alle tecnologie digital”. Tuttavia, le difficoltà non sono mancate, a partire dall’assenza del pubblico che, in qualche modo, ha penalizzato la carica adrenalinica che favorisce la presenza scenica, ai tempi: “le serate sono state troppo lunghe, non solo per noi, ma credo anche per il pubblico a casa; avrebbero dovuto creare un format suddiviso su 6 giorni”.
 
Pieni voti, da parte di Paolo, per l’immagine e il total look dei protagonisti di questa 71° edizione: “tutti all’insegna dell’alta professionalità e della bellezza, con trucchi accesi e parrucchi accentuati”. Non più, dunque, la via di mezzo: versioni forti oppure nulla. Sempre più, l’immagine riveste un’importanza tutt’altro che trascurabile sulla scena, in generale, così come sul palco dell’Ariston. “Credo che l’immagine pesi un buon 30/40% anche sul risultato finale: testo, musica e immagine sono, sempre più, un tutt’uno ed elementi imprescindibile l’uno dall’altro”. Tra i volti più belli, visti con l’occhio “clinico” del professionista Demaria, ci sono stati quelli di Elodie e di Arisa: “molto interessante la rivisitazione del doppio eyeliner di Arisa”;  a piacere, anche il total look dei vincitori, i Måneskin, che molti giovani monferrini ricorderanno, nel novembre del 2018, alla Cittadella di Casale Monferrato e, nell’agosto del 2019, a Pontestura, dove avevano girato un viedo clip all’interno della storica dimora Villa Beatrice.
 
Tra le indiscrezioni, infine, anche Paolo è convinto che la prossima edizione del Festival di San Remo sarà “in rosa”; dopo Carla Vistarini, unico direttore artistico donna del Festival (nel 1997), il 2022 vedrà una nuova direzione femminile ma, sul nome, nessuno si sbilancia. 

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Marco Imarisio

Marco Imarisio
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!