Articolo »

Afeva

«Sui vetrini siamo perplessi. Ora solo attesa e speranza»

La presidente Giuliana Busto commenta questa prima fase del processo Eternit-bis

Esaurite le questioni preliminari del processo Eternit-bis, è tempo di qualche considerazione. Lunedì 19, infatti, con la quarta udienza celebrata in Corte d’Assise a Novara, il procedimento penale che vede imputato Stephan Schmidheiny, 73 anni, ultimo patron della Eternit, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale di 392 persone, si è aperta la fase dibattimentale. La Corte presieduta dal dottor Gianfranco Pezone, con Manuela Massino giudice a latere più i popolari, ha dichiarato aperto il dibattimento dopo aver replicato in merito alle sei eccezioni presentate dalla difesa e sulle quali la Procura, con i pubblici ministeri Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare, aveva espresso parere negativo. 

Mentre è stata sostanzialmente ritenuta fondata la doglianza relativa alla preclusione dell’analisi dei preparati istologici (vedi articolo a lato), le altre questioni sollevate dai due difensori - gli avvocati Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva - sono state rigettate: tra di esse, le più rilevanti, erano quelle legate al “ne bis in idem” e alla cattiva e lacunosa traduzione in tedesco del capo d’imputazione tale da rendere impossibile, per un cittadino di lingua tedesca, la comprensione dell’accusa mossa: per la Corte, però, a tale “mancanza” possono, come hanno effettivamente fatto, supplire gli avvocati difensori che sono in grado di farsi carico di chiarire gli aspetti più tecnici.

Il commento di Afeva

Un primissimo bilancio di queste prime quattro udienze viene tracciato da Giuliana Busto, presidente di Afeva: «Siamo soddisfatti che le eccezioni siano state rigettate», commenta aggiungendo, però, sulla questione dei vetrini: «È una decisione che ci lascia perplessi e lascia perplessi i nostri avvocati». Ma per la presidente di Afeva non è solamente una questione legale: «Mi sono risentita tanto: come si fa a mettere in dubbio un mesotelioma? Quando si arriva a tale diagnosi è perché se ne è certi e spesso anche grazie a un esame citologico invasivo. Questo volersi attaccare a questioni così pesanti mi ha disturbata». Per Giuliana Busto, inoltre, questa pausa estiva del processo sarà utile come “preparazione”: «Speriamo che questa attesa ci porti qualche conforto: siamo consapevoli che non sarà facile, ma la speranza nella giustizia rimane».

Si tornerà in aula il 13 settembre per l’escussione di quattro testimoni: si inizierà con Nicola Pondrano per poi proseguire con Giovanna Patrucco, l’architetto Piercarla Coggiola del Comune e Albino Defilippi di Arpa.

Appello per nuovi documenti

Intanto, Nicola Pondrano storico cofondatore di Afeva e presidente del Fondo Vittime Amianto, lancia un appello: «La storia dell’Eternit va arricchita con nuove testimonianze, soprattutto da dopo l’80. Sono ancora presenti lavoratori dell’epoca, degli ultimi anni della fabbrica, e sarebbe fondamentale riuscire a recuperare documenti, foto, racconti e qualsiasi altra testimonianza prima della fase dibattimentale».    


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Silvio Morando

Silvio Morando
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!