Sembrava una ditta seria, almeno all'inizio: ordinava la merce e la pagava regolarmente. Per diversi mesi è stato così, poi improvvisamente il “buco” da 800mila euro con una serie di ditte truffate. Un “raggiro edile” per il quale i Carabinieri di Ticineto hanno denunciato a piede libero tre persone con l’accusa di concorso in associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio e appropriazione indebita. A finire nei guai due uomini e una donna che gravitavano nell’orbita della “Ingegneria Castoro srl” società per l’edilizia con sede legale a Milano, deposito e sede operativa a Ticineto, in strada Valmacca e sede amministrativa in via Matteotti sempre a Ticineto, presso uno studio tecnico. Si tratta di V.T., 49 anni, residente a Torino, amministratore della “Castoro” e di altre società dislocate nel capoluogo piemontese; e di due soci della “Castoro”, la 48enne L.S., residente a Casale, e P.R., 53 anni, di Ticineto. Secondo gli inquirenti tra giugno e dicembre - unitamente ad altre due persone sulle quali si sta indagando per verificarne l’identità e l’eventuale coinvolgimento nella società - avrebbero indotto diversi fornitori a consegnare alla “Castoro” materiale edile per un valore complessivo di oltre 800mila euro. Tegole, ponteggi, carpenteria metallica, cemento, mattoni, recinzioni metalliche: questo il materiale che alcune ditte di Asti, Torino e Brescia aveva scaricato nel deposito di Ticineto. La scadenza dei pagamenti era a fine dicembre 2010: così quando a inizio gennaio i fornitori non avevano visto i saldi dei pagamenti, avevano telefonato alla “Castoro” dove però nessuno aveva risposto. Recatisi sul posto avevano trovato il cancello della ditta chiusa con catena e lucchetto. E quando i Carabinieri erano entrati, avevano trovato il deposito completamente svuotato e gli uffici smantellati.