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Viaggio d'autore al Castello di Giarole. guidati dal conte Sannazzaro

Una rapida visita, martedì, al castello di Giarole. Siamo qui per anticipare la presentazione, sabato 3 ottobre alle ore 17, del volume di Giuseppe Sannazzaro Natta intitolato “De Sancto Nazario. Mille anni di una famiglia tra arte libertà e territorio” (Gammarò, Sestri Levante 2015), con un saggio introduttivo di Giorgio Federico Siboni dell’Università di Milano. L’opera, come ricorda l’autore della prefazione, è la più completa e più coerente illustrazione di un passato famigliare complessivo lungo dieci secoli. Non è “un libro di storia”, nel senso più ristretto del termine, ma un libro di storie. Storie di persone, di luoghi, di carte e di famiglie. Emergono nella lunga vicenda dinastica alcuni personaggi di grande rilevanza storica, come il “Dominus” Corradino, ricordato in un documento del 1277. da cui risulta che il castello sarebbe stato costruito non molto tempo prima di quella data. Nel ricordo del vero fondatore del castello di Giarole, iniziamo -salutati da quattro grossi cani e tre gatti- la visita con la guida esperta dell’autore del libro. Una prima tappa all’ingresso davanti al dipinto ad encausto di Paolo Emilio Morgari con i quattro cavalieri (in realtà sarebbero solo tre) ricordati nel diploma di Federico Barbarossa del 1163. Poi è d’obbligo la visita del salone dove troneggia il ritratto di Filippo Sannazzaro col suo Collare dell’Annunziata appeso allo specchio, l’opera di Pier Francesco Guala che abbellisce la copertina del libro. Altri ritratti di esponenti delle famiglie Natta e Sannazzaro, tra cui Gian Giacomo con l’insegna dell’Ordine dei Cavalieri del Redentore concessa dai Gonzaga e il trisnonno Giovanni Battista, appartenente alla loggia massonica “La Candeur”, fondata a Casale nel 1788. Un’occhiata all’imponente archivio di famiglia (tanti documenti, molti inediti, sono stati la base per il libro), poi saliamo al primo piano per lo scalone (la prozia Maria Adelaide, morta a 99 anni, usava un montascale su rotaia, esistente). Le luci esterne sono filtrate da una vetrata colorata a scacchiera. Nel primo saloncino su un inginocchiatoio con lo stemma dei Sannazzaro è posta con nonchalance la prestigiosa rivista “World of Interiors”. con un lungo articolo e splendide foto sul maniero. Pregevoli gli arredi lignei realizzati da Giovanni Bistolfi, padre di Leonardo. Toglie il fiato per la bellezza il salone da ballo affrescato dallo sfortunato pittore Grosso (cadde da una impalcatura mentre ultimava i lavori, il suo fantasma dovrebbe ancora aggirarsi per queste sale). Al fondo del salone il busto di Jacopo Sannazzaro (la figura più rappresentativa dell’Umanesimo napoletano), ricavato dall’affresco delle Stanze di Raffaello nei Musei Vaticani. Alla presentazione del libro seguirà un concerto di musica lirica del soprano Francesca Lughi accompagnata al pianoforte dal Maestro Loris Peverada. Saranno eseguiti quattro brani, di cui due di Giacomo Puccini (“O mio babbino caro” e “Sì, mi chiamano Mimì”) e due, in prima esecuzione pubblica contemporanea tratti da “Sannazzariana” di Jacopo Sannazzaro (“Il sogno” e “Senza il mio sole”).

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Marco Imarisio

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