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PROCESSO ETERNIT / Lunedì Thomas Schmidheiny chiamato a deporre contro il fratello Stephan dal pm Guariniello

Thomas Schmidheiny - fratello di uno dei due imputati del processo Eternit, Stephan - testimonierà alla prossima udienza di lunedì 5 luglio al megaprocesso di Torino. Lo ha chiamato a deporre il procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello, titolare della megainchiesta che ha portato alla luce la strage dell’amianto, tristemente nota ma paradossalmente sfuggita finora a un rigoroso esame dell’autorità giudiziaria in grado di far emergere chi siano stati i veri registi e i veri responsabili delle migliaia di morti causate dall’amianto. Poco meno di 3000 le vittime accertate dalla Procura di Torino. Molte di più - è ovvio ritenere - quelle effettive ma per mille ragioni sfuggite alle diagnosi, ai certificati di morte, ai registri, alle statistiche, alla consapevolezza... Senza contare le centinaia di migliaia di vittime attese in base alle proiezioni degli epidemiologici: 200mila solo fra gli uomini e solo in Europa entro il 2020. Che significa 4-500mila se si considera la popolazione complessiva. Numeri che agghiacciano e che tutti - in cuor nostro - speriamo siano sovradimensionati. Dopo il 2020 la curva dovrebbe cominciare a scendere (significa che le morti diminuiranno, non che cesseranno!), perché l’esposizione all’amianto - dopo la messa al bando del 1992 e le bonifiche - sta progressivamente venendo meno. I costi della bonifica Il costo delle bonifiche, sostenuto dalla società (dagli stessi cittadini che cercano così di sottrarsi al rischio) per eliminare i danni causati dalle fabbriche della morte, è un altro aspetto della vicenda amianto. Centinaia, forse migliaia, di milioni di euro. Finora - da quanto è emerso durante il processo - mai nessuno dei due imputati - lo svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Louis de Cartier de la Marchienne di disastro doloso permanente e inosservanza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro - ha offerto disponibilità o risorse per accelerare la bonifica e contribuire a eliminare le cause dell’inquinamento causate dalla lavorazione e dalle vendita dell’amianto. Ricerca, nessun contributo Non solo. Non risulta abbiano mai neppure stanziato un euro per sostenere e favorire la ricerca scientifica che appare come l’unica stretta via di fuga per le centinaia di milioni di persone esposte al rischio in Italia, Europa e nei 60 paesi in cui Eternit ha lavorato l’amianto nei decenni scorsi. Con Thomas Schmidheiny è stato chiamato lunedì a deporre anche Leodegar Mittelholzer, il manager che aveva seguito la fase finale della Eternit, quella che ha coinciso con la messa in liquidazione e il fallimento. Uomo chiave della storia recente di Eternit, insomma, quella che porta la firma dell’azionariato svizzero che - sempre a quanto si è appreso finora - faceva capo proprio alla famiglia Schmidheiny. «In Italia Mittelholzer - sottolinea il quindicinale di critica sociale «Area» del sindacato svizzero Unia - è finito due volte sotto processo per le sue attività in seno al gruppo: dopo essere stato scagionato nel processo di Casale nel 1993, è stato condannato nel 2005 dai giudici di Siracusa a due anni e quattro mesi per omissione intenzionale di misure di sicurezza sul luogo di lavoro. In seguito è divenuto presidente della direzione di Holcim Svizzera di Thomas Schmidheiny e oggi, dopo una parentesi in Thailandia come Ceo della Siam City Cement (il secondo più grande produttore di cemento del paese asiatico controllata dal gruppo Holcim), ricopre la stessa carica presso Holcim Germania». Udienza chiave? Quella di lunedì potrebbe quindi essere una udienza chiave che potrebbe segnare la vera svolta del processo. Mittelholzer infatti - secondo indiscrezioni - non comparirà in qualità di imputato in altro processo connesso (come Thomas) e non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere ed essere assistito dal proprio avvocato. Secondo le informazioni note - infatti - quando il padre Max Schmidheiny si ritirò dall’attività divise le aziende di famiglia fra due settori: a Stephan toccò il ramo dell’amianto e a Thomas quello del cemento. I due fratelli Affari di famiglia su cui sia Thomas sia Mittelholzer possono certamente fare luce. E se Thomas pare abbia già confermato in una precedente deposizione che proprio Stephan aveva ereditato dal padre il settore cemento-amianto, Miltelholzer avrebbe invece fornito informazioni preziose sulla struttura societaria di Eternit, una multinazionale con diramazioni in tutto il mondo estremamente complessa che nella sua lunga storia si è strutturata in un migliaio di società. E Stephan fin dal 1976, quando ricevette il testimone dal padre Max, avrebbe manifestato la consapevolezza che l’amianto andava sostituito perché era nota la novicività. Furono essenzialmente ragioni economiche a dilatare i tempi. E intanto Eternit in pubblico negava che l’amianto uccide.

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Monica Quirino

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