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  • 12 gennaio 2021
  • Alessandria

Tra i beni sequestrati anche uno yacht

Operazione “3 carte”: 68 milioni di euro di compensazione per crediti d’imposta inesistenti

Sei arresti tra Piemonte, Lombardia e Campania

I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Alessandria hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare per indebita compensazione di crediti inesistenti ed omessa presentazione della dichiarazione dei redditi, tra i reati contestati anche quello di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale.

Disposto, inoltre, il sequestro di beni, fino alla concorrenza di oltre nove milioni di euro, equivalente del profitto del reato tributario, a seguito del quale i militari del Nucleo hanno sequestrato di diversi rapporti bancari presso 15 istituti di credito, uno yacht, 18 autoveicoli, un rimorchio e due terreni.

L’attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica, con il sostituto Procuratore – Eleonora Guerra, è iniziata nel 2018 con l’esecuzione di una verifica fiscale nei confronti di una società alessandrina, all’esito della quale veniva ricostruito un volume d’affari di quasi 7.000.000 euro ed un I.V.A. evasa di oltre un milione di euro.

I reati contestati sono stati: truffa aggravata dall’avere commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera e di indebita compensazione di imposte per circa € 7.000.000, aggravata dall’aver agito nell’esercizio dell’attività di consulenza fiscale svolta da professionisti attraverso l’elaborazione di modelli di evasione fiscale.

«Il meccanismo illusorio, quanto il famoso gioco delle tre carte e portato avanti da una consorteria di pregiudicati e di colletti bianchi, prevedeva che ognuno avesse ruolo ben definito; gli indagati, infatti, si erano presentati ad una moltitudine di aziende in crisi di liquidità ed avevano offerto loro di gestire il servizio di trasmissione agli Enti impositori dei modelli F24 relativi ad imposte e contributi, anticipando con risorse proprie le somme che le aziende avrebbero dovuto versare all’Erario, previa corresponsione di una percentuale a titolo di commissione per il servizio reso».

«Una volta sottoscritto un contratto di mandato con le imprese che avevano aderito, gli artefici del raggiro avevano compilato e trasmesso modelli F24 recanti compensazioni di debiti reali con crediti inesistenti, quindi, non versando alcunché. Di contro, avevano fornito alle aziende mandanti attestazioni di regolare trasmissione. Nel rispetto del contratto e all’oscuro delle indebite compensazioni, queste aziende avevano corrisposto, qualche tempo dopo, alla società di consulenza le somme che ritenevano dovute, maggiorate della percentuale pattuita. Il denaro, dapprima confluito sui conti della società, era stato prontamente trasferito su ulteriori rapporti bancari e poi spalmato attraverso prelevamenti di contante, spese in ricevitorie SISAL o in sale scommesse».

A seguito degli elementi emersi, il Tribunale di Alessandria ha sentenziato il fallimento della società in parola e, in ragione degli ulteriori elementi di prova raccolti dal Reparto, è stato possibile contestare ai sei prevenuti anche fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Il giro d’affari illecito realizzato mediante la compensazione dei crediti d’imposta si aggira nell’ordine di oltre 68.000.000 di euro. Complessivamente le aziende che hanno beneficiato di tali compensazioni sono 214 e sono localizzate in tutto il centro nord Italia.


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