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Parlano le associazioni agricole

«Bene i dazi sul riso per maggiori tutele del prodotto italiano»

«Un risultato importante, frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni»

La Commissione Europea ha proposto di ripristinare per tre anni i dazi nei confronti delle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania dove è stato raccolto anche sui campi della minoranza Rohingya costretta a fuggire a causa della violenta repressione. Nel documento conclusivo dell’indagine avviata nel marzo scorso, la Commissione ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso indica e ammette anche che in Cambogia si sono verificati notevoli violazioni dei diritti umani in relazione all`accaparramento delle terre che giustificano l’attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle agevolazioni.

«Una necessità sostenuta con la mobilitazione di Coldiretti per fermare la concorrenza sleale che ha provocato il crollo delle quotazioni del riso in Italia ed in Piemonte mettendo in ginocchio le imprese – sottolinea Paolo Dellarole presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo – con l’aumento del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, delle importazioni di riso dalla Birmania”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte parla di «risultato importante, frutto di un grande lavoro, che ha coinvolto risicoltori, cooperative, trasformatori e istituzioni e che ci auguriamo prosegua anche in futuro. Confagricoltura ricorda che «l’Italia è il principale Paese produttore di riso dell’Unione Europea (il Piemonte la prima regione) e da alcuni anni sta subendo le conseguenze di un massiccio aumento delle importazioni, in particolare quelle provenienti dall’area asiatica con specifico riferimento a Myanmar e Cambogia. Nei mesi scorsi risultava che circa il 70% del riso importato nella UE non paga tariffe doganali e l’aumento delle esportazioni verso la UE in pochi anni ha portato il Myanmar ad occupare la seconda posizione in termini di quantità come fornitore di riso dell’Europa dopo l’India, superando, quindi, la Cambogia che occupa il quarto posto dopo la Thailandia».

Rimarca il presidente della Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo: «È necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore».

«Il Piemonte resta la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende e questa situazione, come più volte abbiamo evidenziato, già da troppo tempo compromette il futuro di numerosi imprenditori risicoli», ha sottolineato Bruno Rivarossa, delegato confederale Coldiretti.


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