Articolo »

  • 09 settembre 2008
  • Casale Monferrato

Il centenario delle Artigrafiche: brindisi davanti alla "pedalina"

Alla ripresa feriale Ettore Masini, Dario Ferraris e Valter Scagliotti contitolari dello “Stabilimento Artigrafiche” hanno brindato per il fotografo (ma mancava lo champagne...) alla ricorrenza centenaria della loro azienda. Il 3 Luglio 1908 i fratelli Torelli cedevano la loro tipografia, in via Lanza a Ghione e Massaza. Erano questi due gruppi familiari imparentati: Teresa Ghione di Emilio aveva sposato Ettore Massaza fu Emilio. E’ il caso di ricordare che Emilio Massaza fu pittore, misconosciuto ma non privo di talento: è l’autore di quel ritratto di Canina ora al Museo Civico, e di importanti opere nelle chiese di Villanova (due grandi affreschi con Mosé e re Davide) e di Balzola (una pala d’altare con S. Pietro che riceve le Chiavi da Gesù). Con i nuovi gestori era passato anche il direttore prof. Giuseppe De Marchi. Fu lui a battezzare il nuovo “stabilimento” con la denominazione unica “Artigrafiche”; rigorosamente al plurale, perché per la buona riuscita del lavoro occorre l’aiuto di più di una Musa. Nuova sede fu il piano terreno del barocco palazzo dei conti Ricci di Cereseto in piazza S. Stefano... Accanto nasceva in quegli anni il primo Cinema casalese, “Stella” (dove ora c'è il ristorante Taverna Paradiso). La produzione andava dai giornali e bollettini a programmi teatrali, festeggiamenti patronali, manifesti di ogni genere, specie i mortuari (al torchio) e biglietti da visita (alla pedalina), ma anche forniture di stampati di ogni genere e cancelleria ai Comuni ed Enti vari. Spesso le Artigrafiche stamparono libri di Torre, Tornielli, Gabotto, Serrafero, ed anche miei). Perché io, le Artigrafiche incominciai a frequentarle da giovincello - forse nel 1935-‘36 - quando contabili/direttori erano Ferruccio Pontin e Primo Donna. Mi interessava molto il lavoro di composizione a mano, lettera per lettera al rovescio. Per evitare l’insorgere del saturnismo (intossicazione da piombo) i compositori si dissetavano con bottiglie di latte che portava “Stevu”, un parente impegnato in tutti i lavori, dalle pulizie, alla cura della stufa, alla consegna in bici di pacchi e pacchetti. Scoprii la carta filigranata per i Registri di Stato Civile, rigorosamente rilegati prima dell’uso. Fu quindi molto amico dei vari Carlin, Gino Bertazzi, Giuseppe Barbano, Nello Servo macchinista, Gino Romagnolo legato a doppio filo all’inseparabile Martin, Francesco Ciccio De Sanctis, Giuseppe Massa, il rilegatore Antonio Prinetti, che pareva Mastro Geppetto, e da ultimo il terranovese, colto e pignolo, Giovanni Martinotti. E poi Mariuccia Bagna, Giuseppina Giordano e i primi linotipisti del dopoguerra Vanni Giachino e Renato Aceto. Questi, al fuoco della linotype (per fondere e formare i caratteri in piombo) forgiarono anche i loro caratteri... E fecero carriera! Ridemmo sempre degli strafalcioni dei compositori: avevano scritto “nautiche” senza la “u”, “la caduta del ragno di Napoleone”, il quale aveva fatto “liete cozze con Giuseppina Beauharnais” o che il nuovo “Ministro degli Inferni” era Giulio Andreotti... Passata la generazione dei pionieri la tipografia era passata a Eliana, Alzira e Zemira Massaza (i loro nomi venivano dall’operetta viennese “Das Dreimaderlhaus” - la Casa delle Tre Ragazze) ed Edgardo e Gualtiero (nato nel 1929). Poi subentrarono due cognati, Mario Verda, ex sottufficiale di artiglieria al Casermone (che sposava Alzira) e l’alessandrino Tino Masini, ex falegname, (che sposava Zemira). Mario Verda, direttore, già redattore sportivo de “Il Monferrato”, all’insolvenza della direzione del giornale, si dovette accontentare di acquisirne la testata. Poi nel 1962 le Artigrafiche si trasferirono negli attuali locali di via Alessandria di fronte all’antico palazzo di Anna d’Alençon. Dovendo scrivere d’urgenza, su due piedi, la targa aziendale, la realizzai io col primo pennello a portata di mano... risultò peggiore del previsto (a disdoro dell’arte tipografica), anche se Luigi Angelino cheè anche un buon fotografo la immortalò artisticamente di sfondo al primo piano dell’artistica rosta di palazzo Fassati/D’Alençon. Nel corso degli anni decorai l’ambiente con una dozzina di “poster” personalizzati, che vivacizzano - diciamo - le nude pareti imbiancate. Lo «stabilimento» ora ha perduto ogni forma di tipografia, di cui resta solo una «pedalina» all’ingresso di colore che le Artigrafiche crearono cento anni fa. Idro Grignolio FOTO. La sala macchine odierna in via Alessandria

Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Roberto De Alessi

Roberto De Alessi
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!