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Rinchiuso nel carcere di Marassi
Spara a un connazionale, fugge e poi si costituisce in Liguria
Rintracciato a Genova l’autore del tentato omicidio

I due autocarri affiancati, ripresi da una videocamera di sorveglianza della zona, al momento dell'aggressione
Misura cautelare in carcere disposto dal gip del Tribunale di Genova per il 43enne albanese residente a Casale accusato del tentato omicidio di un connazionale, un artigiano edile di 48 anni anch’egli abitante in città, ferito gravemente nel corso di un’aggressione avvenuta nel pomeriggio di sabato 4 marzo.
Mercoledì scorso i Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Casale, in collaborazione con i militari della Compagnia di Genova San Martino, su disposizione della Procura della Repubblica di Vercelli, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto l’indagato che attualmente si trova rinchiuso nel carcere di Genova Marassi.
Il fatto avvenne nel primo pomeriggio in via Carlo Ceronetti, nella zona industriale di Casale. Secondo gli accertamenti svolti dagli investigatori dell’Arma, il fermato, alla guida del proprio furgone, dopo aver inseguito ed affiancato l’autocarro condotto dalla vittima, gli esplodeva contro alcuni colpi di pistola dal finestrino, ferendolo al rene sinistro e dandosi subito dopo alla fuga.
Benché ferito l'artigiano sarebbe riuscito a telefonare al figlio, raccontando l’accaduto e facendo così scattare i soccorsi. Trasportato all’ospedale Santo Spirito in codice rosso e ricoverato in prognosi riservata, solo dopo essere stato sottoposto ad intervento chirurgico, è stato dichiarato fuori pericolo.
Dopo aver messo in atto l’azione criminosa, verosimilmente premeditata, il 43enne albanese - anch’egli artigiano muratore - si era allontanato facendo perdere le proprie tracce. Sul luogo dell’agguato erano intervenuti i Carabinieri che effettuavano i primi accertamenti e successivamente, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vercelli, con la visione dei filmati di videosorveglianza della zona, avevano raccolto elementi di colpevolezza a carico del fuggitivo.
Questi nei giorni successivi l’attentato, decideva di costituirsi a un comando Carabinieri del capoluogo ligure, dove veniva sottoposto a fermo per i reati di tentato omicidio e porto illegale di armi.
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Antonella Ricci
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