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Manifatturiero: il clima di fiducia è positivo ma l’industria vuole correre

Nell’ambito della collaudata collaborazione tra Confindustria Piemonte, Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Confindustria Piemonte ha presentato i dati dell’indagine relativa al primo trimestre 2016. L’indagine non registra particolari novità rispetto alle rilevazioni precedenti, prolungando un trend cautamente favorevole in atto da alcuni trimestri. Il clima di fiducia rimane positivo, con indicatori sostanzialmente allineati a quelli di settembre. In particolare, restano ottimistiche le attese per produzione/livello di attività e ordini sia nel comparto manifatturiero che nei servizi; stabile il tasso di utilizzo degli impianti. Nel settore manifatturiero, la maggioranza delle imprese prevede, come negli ultimi tre trimestri, un aumento di produzione e ordini; il saldo ottimisti-pessimisti risulta appena al di sotto di quello di settembre. Tengono le esportazioni. Stabile il tasso di utilizzo degli impianti, ormai praticamente allineato alla media storica; il ricorso alla CIG sale di un paio di punti ma resta ben al di sotto dei valori di inizio anno. Degno di nota è l’aumento di qualche punto della quota di aziende con programmi di investimento; era dal 2008 che non si superava una percentuale del 25%. Anche nel settore dei servizi, le previsioni rimangono ottimistiche, con indicatori allineati o appena inferiori a quelli rilevati a settembre. Livelli di attività e ordinativi restano in crescita; rimane marginale il ricorso alla CIG; il tasso di utilizzo delle risorse aziendali rimane elevato. I primi frutti del duro lavoro «Le valutazioni espresse all’inizio di dicembre dalle nostre imprese - ha commentato il presidente di Confindustria Piemonte, Gianfranco Carbonato - stemperano le preoccupazioni più immediate per un raffreddamento del clima di fiducia in conseguenza del peggioramento del quadro economico complessivo (ripresa europea ancora molto timida, rallentamento dei paesi emergenti), a cui si è aggiunto l’effetto psicologico dell’attacco terroristico del 13 novembre. La maggioranza delle imprese si attende anche per i prossimi mesi un andamento positivo di livelli di attività e ordini, a conferma di una certa “resilienza” delle prospettive del mercato ad andamenti di breve periodo. D’altra parte - ha proseguito Carbonato - non bisogna nascondersi che la domanda interna rimane troppo debole per dare basi sufficientemente solide a una crescita ancora molto legata ai mercati esteri. Nei prossimi mesi la sostenibilità della ripresa si gioca soprattutto sul rilancio degli investimenti. Su questo fronte ci sono piccoli segnali positivi che auspichiamo si rafforzino nei prossimi trimestri». «Il rinnovato ottimismo degli imprenditori piemontesi, che emerge dall’indagine presentata oggi, si inserisce in un quadro generale di moderata ripresa dell’economia regionale - ha commentato Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte - che vede un miglioramento dei consumi e dei livelli occupazionali e una crescita dell’export, in controtendenza rispetto a quanto avviene a livello nazionale. I dati confermano quanto già emerso dalla nostra ultima indagine a consuntivo sul III trimestre, che aveva registrato andamenti positivi per molti dei settori tipici dei nostri territori provinciali. Le nostre imprese cominciano a raccogliere i primi frutti del loro duro lavoro e della tenacia con cui hanno saputo affrontare e reagire alla crisi; le Camere di Commercio sono pronte, come sempre, a fare sistema con gli altri enti deputati al supporto dell’economia per sostenere e incentivare l’imprenditorialità attraverso politiche e strumenti di sviluppo».

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Emanuela Pastorelli

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