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A Casale... all'Archivio Storico della Casa di Riposo

Un primo importante passo in attesa di festeggiare i trecento anni dalla fondazione (1721-2021) dell'Ente

L’edificio storico dell’Ospedale di Carità è stato progettato dall’architetto Bernardo Antonio Vittone nel 1740. Nato nell’ambito del vasto e organico progetto per l’eliminazione della povertà nello stato sabaudo, è il più antico e l’unico in Piemonte ad aver conservato l’originaria destinazione d’uso, insieme all’opera di assistenza. Ci attendono nella bella Sala del Consiglio il presidente Mario Botta, il consigliere Fabrizio Giampaoli, l’archivista Manuela Meni e il collaboratore Michele Castelli per una visita in anteprima all’Archivio Storico.

Riordinato, su applicativo Guarini Archivi, da Manuela Meni, titolare dello Studio La Ricerca, che dal 2003 ha raccolto le carte disperse in varie parti dell’edificio, è stato collaudato dalla Soprintendenza ai Beni Archivistici nel 2013. 

Sono circa 200 metri lineari di importante documentazione storica, valorizzata da una nuova veste grafica (Michele Castelli e PB Grafica) che ne caratterizza il condizionamento fisico, sistemati a seguito dei recentissimi lavori di messa in sicurezza al piano terra dell’edificio.
L’archivio storico nasce con la fondazione della Congregazione di Carità voluta dal vescovo Pietro Secondo Radicati di Cocconato, dai rappresentanti delle famiglie patrizie casalesi, dal governatore Falletti di Barolo con il sostegno dei padri gesuiti Andrea Guevarre e Carlo Francesco Sangiorgio in data 15 gennaio 1721. Grazie ad alcune vicende peculiari della sua storia, conserva documenti a partire da quello più antico del 1525. 
Ci soffermiamo in particolare sul libro delle deliberazioni (1721), sulle tavole di progetto dell’Ospedale di Carità a firma del Vittone, sul libro dei confratelli della Santissima Trinità (1761) con pellegrini giunti da ogni parte d’Europa, sul libro degli esposti e sui documenti di epoca napoleonica. 
Una particolarità dell’archivio è la presenza insieme ai preziosi documenti storici di fotografie (la visita della Madonna Pellegrina nel 1946), di oggetti (tra cui il tronetto di appoggio per le solenni adorazioni, la valigetta con altare portatile, la croce astile e gli ombrelli processionali), di rare testimonianze (come le antiche tavole con appunti di anatomia e di neurologia) che ricordano quanti hanno operato a vario titolo nell’ente assistenziale.  
La nostra visita si conclude in bellezza ammirando i tesori conservati nella Sala del Consiglio, dall’antica e robusta cassaforte, alla tela di Orsola Caccia con lo stemma figurato (due gamberi rossi) della famiglia Gambera, ai preziosi paramenti ricamati (rarissimi quelli rosa), piviali, pianete, stole e dalmatiche conservate nei grandi armadi dalla difficile apertura, che saranno oggetto della visita guidata.
Un primo importante passo in attesa di festeggiare i trecento anni dalla fondazione (1721-2021). 

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Marco Imarisio

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