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  • 26 ottobre 2019
  • Casale Monferrato

La storia

"Non mollate mai": ve lo dice Elisa, campionessa europea

La rinascita dopo l’incidente e l’affermazione nel powerlifting

Elisa Corda, casalese, classe 1985, campionessa di powerlifting. Quattro informazioni che messe insieme indicano alcuni aspetti della donna atleta che ha vissuto 3 anni davvero intensi, tutt’altro che semplici, di quelli che sconvolgono un’ esistenza. 

Nello sport come nella vita ci sono degli avvenimenti negativi da cui se ne esce in due modi ed uno esclude l’altro. Annientati senza la forza di reagire come un pugile colpito al mento da un montate del miglior Myke Tyson oppure come l’araba fenice che rinasce dalle sue ceneri. La soluzione per chi ne ha la tempra è reagire per non soccombere trovando una via per emergere nonostante tutto. In poche righe quello che ha vissuto Elisa dal 1° luglio 2016 ad oggi.

L’origine, il casus, quel terribile giorno d’estate. Un incidente automobilistico nella statale che collega Spinetta Marengo ad Alessandria le causa una grave menomazione alla mano sinistra. L’urto in rotonda con un mezzo pesante provoca il ribaltamento del suo veicolo; è estate, il finestrino è aperto e il braccio resta incastrato tra l’asfalto e la macchina. Il dolore si miscela al panico. Il trasporto prima all’ospedale di Alessandria, poi al CTO di Torino. Dopo 19 giorni di ricovero le prime amputazioni: 96 saranno i giorni di permanenza in ospedale, 47 i kg rimasti addosso, pochi i capelli caduti per le sofferenze fisiche e mentali. Innumerevoli gli interventi subiti. La mano è compromessa, resta il palmo, ma soprattutto emerge la volontà di Elisa di non darsi per vinta e di riprendersi la sua vita.

A ottobre l’uscita dall’ospedale, a gennaio la decisione di iscriversi in palestra: «Non ho mai praticato sport a livello agonistico, correvo prima dell’incidente, ma sentivo che era il momento di agire e ho deciso di affidarmi ad un personal trainer, ero pelle e ossa, ma ero in modalità calabrone che non sa che la sua massa non gli permetterebbe di volare e vola lo stesso». Il percorso è stato soprattutto usando ganci e moschettoni per sollevare i pesi, il primo approccio non è stato con il powerlifting ma con il body building.

Nel frattempo sboccia l’amore con Marco Francia, il suo coach, a novembre resta incinta. La felicità dell’arrivo di una nuova vita si alterna agli ingressi in ospedale per nuovi interventi. La palestra viene accantonata fino al 7° mese, quando dopo aver preso troppi kg, decide di concludere la gravidanza con l’esercizio fisico. 10 kg persi e in perfetta forma per il parto. Il 6 agosto la nascita, a settembre è di nuovo in palestra questa volta affrontando un nuovo percorso quello del powerlifting.

Meno estetica del body building, poche ripetizioni e carichi elevati. Le prime gara sotto la duplice bandiera del Team Francia – Bulls Torino powerlifting dicono che Elisa è un’atleta di prim’ordine, gareggiando con i normodotati. A marzo 2019 è seconda a Parma nello strongman nella categoria under 64 kg, a giugno nell’ambito del Rimini Wellness è seconda nello squat (102,5 kg) tra le under 63 kg e nella specialità “Raw”. Nella medesima manifestazione in cui si assegnavano i titoli italiani per la federazione WDFBF nello stacco alza 156 kg nella specialità equipped vincendo il titolo nazionale stabilendo altresì il record italiano.

È premiata anche come miglior atleta femminile della manifestazione. Il 5 agosto è di nuovo ora di sottoporsi ad un intervento chirurgico, all’uscita dalla sala operatoria però trova la mail di convocazione per i campionati europei a Brandon in Inghilterra. Il 17 agosto è di nuovo in palestra, si allena nonostante le ferite.

Il 13 settembre è il giorno della prova di squat. Non va, una serie di fattori la limitano. La grande gioia però arriva il 15 settembre: 150 kg nello stacco da terra, Vittoria e titolo europeo nella categoria under 58,5 kg. A fine settembre è di nuovo vincente a Riva del Garda. 367,5 kg totali, vittoria femminile e sfiorato il record italiano di 11 kg. Ora? Tante gare e tanti obiettivi da quelli agonistici a quelli di una realizzazione di una protesi performante, ma soprattutto quello di lanciare un messaggio agli uomini e alle donne in difficoltà: «Non mollate, mai».


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