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Accolta la richiesta dell’Asl
La “Padre Pio” accoglierà i malati Covid post-acuzie
Il progetto si avvarrà della consulenza dell’infettivologo Luigi Fruttaldo, ex primario di Malattie Infettive, che ricoprirà il ruolo di direttore sanitario

Importanti novità, a Casale, in merito alla gestione sanitaria dei pazienti positivi al Covid-19. La comunità di continuità assistenziale a valenza sanitaria (C.a.v.s.) “Padre Pio”, ramo dell’Oda con sede in via della Biblioteca, su richiesta dell’Asl Al, da struttura che accoglie chi ha necessità di un periodo di cure mediche successive a una degenza in ospedale, si trasformerà in una struttura che, debitamente blindata, accoglierà esclusivamente i dimessi dall’ospedale che, terminata la fase acuta, hanno bisogno di stare in quarantena fino a quando non saranno negativi.
La riorganizzazione
A spiegare i dettagli di questa importante operazione è il direttore generale Oda Massimiliano Vacchina: «Fondamentale era capire la fattibilità dell’operazione - ci spiega - La prima questione da risolvere era quella della separazione della C.a.v.s. “Padre Pio” dalla R.i.s.s. “Minazzi” che accoglie una comunità di disabili: realtà entrambe nello stabile di via Biblioteca. Definite le operazioni di separazione a tutela dei “nostri ragazzi”, vi è stato un primo passaggio con il personale dipendente già il 3 aprile alla presenza della responsabile della Centrale Operativa della Continuità Assistenziale Asl Al Silvana Romano al fine di chiedere la disponibilità a cambiare utenza, programma e metodo di lavoro. Così, con il consenso di tutta la nostra equipe, di oss e infermieri professionali, abbiamo iniziato i necessari lavori di trasformazione da C.a.v.s. a C.a.v.s. Covid-19». Si tratterà, dunque, come spiega sempre il direttore Vacchina, di «un reparto ad alto isolamento, con accesso esterno per le ambulanze, dotato di 20 posti letto per malati di coronavirus in via di guarigione». Il progetto si avvarrà della consulenza dell’infettivologo Luigi Fruttaldo, ex primario di Malattie Infettive, che ricoprirà anche il ruolo di direttore sanitario.
La gestione del personale
«Si è studiato ogni particolare per la gestione del personale - prosegue Vacchina - In modo accurato si sono definiti ambienti e percorsi di entrata e di uscita, disciplinando con grande scrupolo la svestizione da ogni dispositivo di protezione individuale ed il relativo smaltimento; a tal proposito si terranno, prima dell’inizio della nuova esperienza, appositi incontri di carattere formativo. Nei reparti sono stati predisposti adeguati percorsi sporco-pulito di tutti i materiali al fine di garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori. Per assicurare la massima professionalità al servizio sono stati affidati inoltre incarichi specifici direttamente ai nostri operatori: in questa fase, così delicata, riteniamo sia fondamentale creare delle figure di riferimento che abbiano sempre sotto controllo l’andamento della situazione generale».
Tra le misure adottate anche il “Piano di controllo e prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA) e specificatamente per Covid-19”: «Si tratta di un documento che, a motivo della pandemia in corso, prevede un rafforzamento dei programmi e dei principi fondamentali di prevenzione e controllo delle infezioni. Sono anche stati realizzati nuovi registri di sorveglianza sanitaria giornaliera degli ospiti e del personale in servizio».
Intanto, lunedì, si è tenuta la Commissione di vigilanza che ha effettuato il sopralluogo, finalizzato alla verifica del rispetto dei requisiti minimi che garantiscono l’igiene e la sicurezza degli operatori e dei degenti e la qualità assistenziale relativamente al ricovero e cura dei pazienti, approvando la riorganizzazione della struttura. L’inizio del servizio è stato fissato al 4 maggio.
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