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Restauri in basilica - Problemi viabilità e segnaletica

Le prime due cappelle della “via sacra” del Sacro Monte di Crea sono dedicate al martirio e al riposo di sant’Eusebio. Esse traducono in colorate immagini e in forme più definite la velata memoria del vescovo vercellese. Era nato in Sardegna, si sarebbe trasferito con la madre e la sorella minore dopo il martirio del padre a Roma e ordinato lettore, poi inviato da papa Giulio I intorno al 345 a Vercelli, dove fu unanimemente acclamato vescovo dai fedeli conquistati dalla sua arte oratoria. Eusebio fu tra i principali artefici della diffusione della religione cristiana in un vastissimo territorio che si estendeva dalle Alpi al Mar Ligure e comprendeva anche il Monferrato, la cui popolazione rurale praticava ancora i riti pagani e culti ancestrali di antica origine celto-ligure. Del suo episcopato non si hanno notizie prima del 354, quando il suo nome è ricordato in una lettera di sant’Ambrogio che lo elogia per aver imposto agli ecclesiastici la vita comune sotto una severa disciplina di lavoro, di studio e di preghiera (esempio poi seguito da sant’Agostino). Dal cenobio vercellese al monastero femminile, fondato nella stessa città pare dalla sorella santa Eusebia, ai piccoli conventi rurali tanto importanti per la riforma agraria dell’epoca, ai celebri santuari mariani di Crea e Oropa, l’azione pastorale del primo vescovo del Piemonte fu instancabile e profonda. Faticosamente estesa in un clima difficile e instabile, essa fu tuttavia la causa dell’esilio che lo tenne lontano per diversi anni dalla sua diocesi, dopo il concilio di Milano (355). In questo inquieto momento della sua esistenza subì, come egli stesso narra nella lettera ai fedeli di Novara, Vercelli, Ivrea e Tortona, violenze minacce fame e carcere fino al punto di essere ad un passo dalla morte. Ma richiamato nella sede vescovile dal decreto dell’imperatore Giuliano, sembra nell’anno 362, riprese con infaticabile vigore e rinnovato entusiasmo la sua attività pastorale. Morì serenamente all’età di circa 70 anni i1 1° agosto 371 e fu sepolto nella basilica che egli stesso aveva fondato a Vercelli sulla tomba di san Teonesto, martire della Legione Tebea. A Crea invece il soggetto sacro rappresentato nella prima cappella, la lapidazione, segue un’antichissima tradizione, la stessa che attesta l’esecuzione sotto la sua cura nel “castrum Credonensium” del “Codex Vercellensis Evangeliorum”, la più antica traduzione nota dei quattro Vangeli, precedente la “Vulgata” di san Girolamo. Dionigi Roggero RESTAURI E ILLUMINAZIONE IN BASILICA - IL MANTO DELLA MADONNA - SEGNALETICA PER AIUTARE I PELLEGRINI - Sabato siamo a Crea sulle orme di Sant’Eusebio; sappiamo che la strada principale è interrotta per una frana alla zona cappella Sant’Eusebio e puntiamo subito alla deviazione di Ponzano il che, pur allungando il percorso di dieci minuti, ci permette una visione insolita del Sacro Monte in mezzo alle neve e neve ne troviamo ancora molta in piazza (ha seppellito il presepio) dove ci accoglie il rettore Francesco Mancinelli. Giovane seminarista era arrivato dalla natia Venezia a Casale nel settembre del 1974. “Mi avevano detto che era in collina e io son arrivato in treno da Vercelli, tante risaie... La delusione si stempera il giorno dopo quando accompagnato da mia zia Vittorina- suora a Solonghello - arrivo a Crea per incontrare mons. Pacomio, allora direttore del Seminario di Casale, mi ha presentato padre Isidoro che si alternava con padre Antonio alla carica di guardiano, e dopo tanti anni ecco che sono in pratica al suo posto...”. Primo odierno grande cruccio del rettore l’interruzione stradale : “Da allora sono calati drasticamente i pellegrini, in più la deviazione è mal segnalata, spero si possa risolvere presto il problema (per ora si parla di un anno, ndr.), purtroppo riceviamo molte lamentele che abbiamo girato alle autorità competenti” L’attività comunque continua, in basilica è stato rifatto l’impianto di illuminazione con quadro digitale, nell’immediato saranno illuminate anche le cappelle interne della Madonna e di Santa Margherita con led a luce fredda. E’ in restauro (referenti Giovanni Demichelis e la senatrice Magnani Bosio) il manto della Madonna donato da Maria Josè nel 1931 Ora la venerata effigie è visibile senza manto e corone. Nell’immediato il restauro della villa del Vescovo e della parte più antica del complesso quella che guarda sulla valle. Nelle intenzioni anche di trovare una formula per esporre al pubblico alcuni dei tesori del santuario come le due tavolette del Macrino ammiratissime alla mostra dei Tesori del Marchesato monferrino ad Alba, un’anticipazione potrebbe effettuarsi in primavera quando è programmato un concerto di musiche paleologhe FOTO. Nel lancio la Madonna di Crea oggi, senza manto; Crea dalla strada di Ponzano; il rettore sul piazzale della basilica (quanta neve|) ed Eusebio mentre porta la statua della Madonna (Crea, basilica, cappella della Madonna)

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Beppe Sartirana

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