Clinica Sant'Anna, doppia vergogna: i tagli dei lavoratori e dei servizi ai cittadini
di Pier Luigi Buscaiolo
Nessuno pensava che sarebbe finita così. È passato un anno dalla notizia che l’interventistica e la diagnostica della clinica S. Anna avrebbero chiuso i battenti. Prima la mobilitazione popolare con la raccolta di firme, poi la proroga di sei mesi, lasciavano ben sperare sulla proseguo dell’attività. E invece la Regione Piemonte ha tirato diritto e, per salvare il Santo Spirito (almeno così hanno detto e continuano a sostenere da Torino), questa bella realtà della sanità monferrina deve chiudere.
Una decisione che porta dietro di sé anche licenziamenti, tagli e riduzione di ore. Eppure, un anno fa, era stato annunciato che i posti di lavoro non sarebbero stati toccati... una promessa (più volte sbandierata) data in pasto ai monferrini che a questo punto si ritrovano con meno servizi e più disoccupati. Una doppia sconfitta, una doppia vergogna per il nostro territorio. Ieri, giovedì, c’è stato lo sciopero dei lavoratori con la manifestazione di protesta contro le istituzioni regionali e locali e la proprietà. Difficile a questo punto prevedere una soluzione positiva. In clinica ancora non c’è il cantiere per la riconversione (diventerà una struttura per i malati psichiatrici) ma alcuni interventi sono stati programmati.
Adesso ci chiediamo cosa succederà. Cosa faranno questi lavoratori? I cittadini casalesi, per curarsi, attenderanno pazientemente nelle liste d’attesa dell’ospedale (sempre molto lunghe) oppure si rivolgeranno ad altre strutture, magari fuori regione? E per la diagnostica sarà lo stesso oppure utilizzeranno i servizi (privati o convenzionati) in altre sedi della provincia?
I servizi su Il Monferrato di venerdì 15 luglio 2016