Arriva il "Principe" Riccardo Taddei. Catenacci: «Uno dei contratti più importanti della storia del Casale»

di Gianluca Marchese

Senza i problemi fisici che lo hanno spesso tormentato, il “Principe” Riccardo Taddei da Vecchiano, in provincia di Pisa, avrebbe avuto un curriculum da Serie A. Non lo diciamo certamente noi da Casale Monferrato in fibrillazione dopo il suo ingaggio, ma è un parere condiviso da tutti gli addetti ai lavori a livello nazionale. C’è chi sosteneva fino a poco tempo fa che, dal punto di vista prettamente tecnico, si trattasse addirittura di uno dei giocatori più forti dell’intera Serie B. Partenza in prima squadra dalla C2 a Pontedera, poi l’esordio da predestinato nella massima serie con la Fiorentina, a 19 anni, il 6 novembre 1999, per merito di un certo Giovanni Trapattoni. Poi arriva la rottura del legamento collaterale del ginocchio sinistro, con relativa conoscenza del celebre chirurgo Martens di Anversa e perciò, nelle due stagioni successive, con Roberto Mancini sulla panchina viola, le presenze in A sono soltanto tre, più un’apparizione in Nazionale Under 21. Quindi il trasferimento al Genoa, dove salta nuovamente il collaterale. La risalita parte a Cremona, in Serie C2, dove Taddei vince il campionato nel 2003/04 e segna 13 reti l’anno successivo in C1, prima di restare quasi due anni senza giocare per altri guai fisici. Il Brescia però non si dimentica di lui e nel 2007 lo ingaggia, facendogli firmare un contratto che diventa ben presto quadriennale. Seguono 60 presenze fra spezzoni, ginocchio ancora ballerino e gare intere (di cui quattro in Serie A, lo scorso anno) e 9 gol, con una splendida doppietta, nel giugno del 2009, nella finale play-off d’andata per salire nella massima serie contro il Livorno. A testimonianza che il ragazzo ha personalità, non soltanto piedi buoni. Da gennaio, infine, l’esperienza a Trieste in B, dove presenze e gol non sono mancate, con una condizione fisica finalmente confortante. Erano anni che a Casale non approdava un calciatore in fase offensiva con queste potenzialità: la speranza è di vederle tutte espresse in campo con continuità nei prossimi mesi. Incrociamo le dita!