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  • 18 aprile 2023
  • Casale Monferrato

"Si apre il sipario"

Paolo Pierobon è "Riccardo III" al Municipale

Martedì e mercoledì alle 21

Paolo Pierobon. Visto da Max Ramezzana

Martedì 18 e mercoledì 19 aprile alle ore 21 (biglietti su VivaTicket e al botteghino le sere dello spettacolo) il teatro Municipale di Casale accoglie uno dei grandi lavori shakespeariani, “Riccardo III” per la regia di Kriszta Székely.  A interpretare il celebre “tiranno” della guerra delle due rose, Paolo Pierobon, attore di prosa, film e serie tv che ha lavorato con Luca Ronconi e Marco Bellocchio, oltre ad essere stato pluripremiato in ambito teatrale. 

Riccardo III affascina perché deforme e assassino, manipolatore e infingardo: la storia della sanguinaria ascesa al trono e della repentina caduta di Riccardo è il nuovo titolo shakespeariano, dopo Otello, per il Katona József Színház di Budapest, diretto da Kriszta Székely, artista associata del Teatro Stabile di Torino e affermata star della scena ungherese. Nelle sue regie, sia di prosa che di opera, Székely infonde un evidente forte impegno politico e civile, nell’attenta analisi dei ruoli, reali o presunti, che vengono attribuiti. “Riccardo III” viene attualizzato e Pierobon diventa perfetto interprete del lavoro della Székely.

Se le dico “Il mio regno per un cavallo” e “Ora l’inverno del nostro scontento”, cosa le viene in mente?
Due battute che sono presenti nella riscrittura del “Riccardo III”, entrambe le frasi sono decontestualizzate e “L’inverno del nostro scontento” è posposto rispetto all’originale. Una riscrittura che ti introduce nel mondo di Mosca, Pyongyang o Teheran, dove puoi ritrovare questi piccoli frammenti originali shakespeariani. Dopo questa breve premessa, è chiaro che Shakespeare è eterno, resiste alle riscritture, ai tempi,  ai meccanismi del potere… Le pulsioni sono quelle eterne, la tracotanza è quella eterna, l’uomo decide della sua vita… Riccardo, nella sua epifania, comprende, nella sua esistenza piena di sotterfugi e tradimenti, di essere inadatto.

Cosa rappresenta per un attore “Riccardo III”?
Non ho mai rincorso titoli particolari, ma queste drammaturgie sono capisaldi nel sentiero di un attore. Tutto Shakespeare è una verifica per un attore: solo leggendolo a voce alta comprendi la grandezza della figura dell’autore, regista e manager ante litteram. Lui ha già pensato a tutto, come diceva Luca Ronconi. Shakespeare è un buttarsi dentro una dimensione enorme. 

Un lavoro importante portato avanti con Krista Szekely. Qual è stata l’azione della regista?Ha fatto un procedimento che avevo trovato anni fa in Necrosius. Ha realizzato prima il contesto scenografico per capire dove andare a collocare gli attori e le scene nello spazio-tempo.

Un’attualizzazione della scrittura shakespeariana che porta dove?
Non è una interpretazione univoca, ma credo che lo spettatore debba essere parte attiva nel comprendere la messa in scena. A volte è anche chiamato in causa, per esempio nella elezione di Riccardo III a sovrano, durante un talk show molto trash. Il contesto scenografico è una casa alpina che potrebbe richiamare la residenza bavarese di Hitler, i vestiti dei protagonisti possono riflettersi in una ricca famiglia industriale… Riccardo ha sempre fatto da “galoppino” al fratello Edoardo, ma ora tocca a lui. Come recita un vecchio proverbio siciliano “Megghiu cumannari ca futtiri”, Riccardo è allontanato da tutti e quindi invoca il potere… tutto questo in una macchina drammaturgica perfetta come quella che offre Shakespeare.

Così rappresentato, “Riccardo III” non rischia di perdere il nucleo tragico dell’originale?
Ci si allontana fortemente dal tema dinastico, dalla guerra delle due rose, ma contemporaneamente ci si avvicina ai nostri tempi. Riccardo potrebbe essere incarnato da chiunque eserciti un po’ di potere, chiunque provi un po’ di rancore… Sono persone esistenti e lo siamo anche noi… La trama rimane intonsa, ma i modi sono radicalmente diversi. 

Il male, molte volte, ha parabole brevi. Ma che cosa rappresenta per lei il lato oscuro?
Il male è riconoscere che se ne può essere investiti in ogni momento della tua vita. La realtà è grigia dove troviamo la verità, mai tutto bianco o tutto nero. Un discorso ambiguo e molto relativo, ma un passo importante è riconoscere il male in se stessi per poterlo superare. 

Da attore di pellicola, troviamo anche un po’ di cinema in questa rappresentazione?
La regista ha dato ampio spazio alle riprese, contestualizzandole tutte, poi proiettate su un tul. Una musica quasi blues, una funeral band, qualcosa di techno, codici individuabili in una serie tv e dall’altra parte c’è il teatro elisabettiano.

Ha capito chi è Riccardo III?
Possiamo leggere e comprendere storiografie sulla sua figura, ma è più semplice capire chi sei tu. 


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