Damiani, Jérôme Favier nuovo Ad. Verso l’acquisto dell'ex palafiere

di Massimo Castellaro

Grandi manovre negli ambienti della maison gioielliera Damiani in queste settimane. È notizia dell’altro giorno della nomina ad amministratore delegato del gruppo di Jérôme Favier, che andrà a dirigere tutti i marchi, ovvero Damiani, Salvini, Bliss, Calderoni, Rocca e Venini, affiancando gli eredi dei fondatori, giunti alla terza generazione: Guido, Giorgio e Silvia Damiani, figli di Pier Damiano Grassi, a sua volta erede di Enrico, fondatore dell’azienda nel 1924.

Jérôme Favier dopo esperienze in Danone e Unilever, si è spostato nel segmento del lusso con l’ingresso in Richemont nel 1994, dove ha seguito le strategie di Cartier e Jaeger-LeCoultre.

La notizia della nomina è arrivata a poche ore da un altro annuncio di rilievo della casa di viale del Santuario: l’acquisto, ormai imminente, del centro espositivo di ExpoPiemonte, costruito alcuni lustri orsono allo scopo di rilanciare il distretto gioielliero ed il sistema fieristico con un edificio secondo solo al Lingotto di Torino.

Le aspettative non hanno però trovato riscontri nella realtà e di fatto il palamostre è chiuso da qualche anno e, come avevamo più volte annunciato sulle colonne del nostro giornale, è stato proprio il gruppo presieduto da Guido Damiani a decidere consolidare ulteriormente le radici valenzane del marchio, acquisendo l’ormai ex palafiere destinato a diventare, dopo gli opportuni interventi, un polo produttivo d’avanguardia e in una nuova sede aziendale. Il palamostre si sviluppa su quasi dodici mila metri quadrati e garantirà un alto livello occupazionale e a seguito dell’accordo con ExpoPiemonte, ora l’operazione vedrà protagonisti gli organi territoriali, a partire dal Comune di Valenza. Dal 2007 il Gruppo è quotato alla Borsa Italiana; ha oggi 800 dipendenti che operano tra le diciassette filiali internazionali e nelle 49 boutique monomarca e vanta 1.500 rivenditori.