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A Casale Popolo il museo parrocchiale

I verbali delle visite pastorali rappresentano una fonte preziosa, in alcuni casi unica e insostituibile, per la conoscenza precisa e capillare del territorio diocesano.Sono effettuate regolarmente a luoghi e persone della diocesi, secondo il dettato del Concilio di Trento che ne prescriveva l’obbligo canonico da parte del vescovo. Oltre ad offrire importanti informazioni storico-artistiche, spesso arricchite da un elenco di oggetti e arredi destinati al culto (altari, quadri, reliquie), questi documenti offrono uno spaccato significativo della realtà demografica, sociale ed economica dei centri visitati. E’ il caso della comunità parrocchiale dell’antica borgata di Rabeto, oggi raccolta intorno alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Casale Popolo. Una di queste visite pastorali, effettuata nell’ottobre 1893 da mons. Paolo Maria Barone, ci offre qualche ulteriore contributo di conoscenza sull’istituzione della chiesa parrocchiale. “Il santo titolare della parrocchia è San Giovanni Battista Precursore. Se ne celebra la festa il 24 giugno, cantandovi messa solenne al mattino per tempo attesta l’urgenza del taglio delle messi, ed i vespri seguiti dalla benedizione verso sera. La chiesa è stata costrutta negli anni 1602-1603, nel qual anno 1603 è stata eretta in parrocchia da mons. Tullio Carretti li 12 settembre, staccandone i popolani dalla cattedrale di Casale, con riserva al capitolo della nomina del parroco, mediante l’offerta di una candela da una libra da presentarsi dal parroco (o da chi per esso) ogni anno nel giorno di S. Evasio 12 novembre infra missarum solemnia, in signum submissionis (dopo la messa solenne, in segno di sottomissione, ndr); e lire 1,50 per le illuminarie”. Così si legge nella relazione del rettore don Paolo Minazzi di Occimiano, coadiuvato dal viceparroco don Carlo Vanni di Morano, appena ordinato sacerdote e presente per “voto manifesto della Reggenza interprete del desiderio della popolazione” che se ne assumeva in parte l’onere “perché provvedesse la seconda messa festiva con preghiere”. E poco il parroco così descriveva la sua comunità: “Il numero delle anime secondo che risulta dalla brutta copia di stato d’anime compilata da me in questo stesso anno risulta di 3550; quello delle famiglie: 900. Il distretto della parrocchia è di 2 miglia e mezzo. Comprende quattro cantoni oltre le cascine disperse. Nel cantone Chiesa compreso la cascina Nuova dinanzi alla cappelletta di S. Lorenzo fino a quella chiamata Brigna vi sono anime 690; in quello del Corno 630, ed avvi una chiesuola; in quello del Castello 530 ed avvi una cappelletta; in quello dei Grassi 450. Nel gruppo di cascine Mazzarino e Cavallino 260; nelle cascine disperse qua e colà compreso il gruppo d’anime accanto al ponte di Casale 990”. Tuttavia, nonostante il numero elevato di parrocchiani, don Minazzi lamentava la scarsa presenza alle funzioni religiose degli uomini che “nei giorni di domenica sono costretti in gran parte ad andare al mattino a Casale, sia per ritirare il denaro guadagnato nella passata settimana, sia per trovare lavoro per la successiva, e sia anche per provvedersi quello di cui abbisognano. Quindi è che da una parte considerevole sente la parola di Dio nella parrocchia e l’altra a Casale. Alla sera però all’istruzione il numero è maggiore, benché in buon numero vadano alle vicine osterie anche in tempo della parola di Dio sotto pretesto (come difatti in parte è vero) che in chiesa non vi è posto in commodo a sedersi”. A ottobre l’arcivescovo di Leopoli Appuntamento davanti alla chiesa parrocchiale di Casale Popolo con Flavio D’Andria. Entriamo in chiesa dove ci raggiunge un maglietta rossa un indaffarato parroco don Taddeo Rapala (sta dando gli ultimi ritocchi all’area sportiva esterna). Don Taddeo è nato in Polonia, diocesi di Tarnuf, studi a Roma, poi servizio religioso alla congregazione di S. Michele, a Santhia, all’Addolorata e a Popolo dal 2006, facente funzione a Balzola. Il parroco dice messa una volta al mese in polacco con il console di Milano e quello onorario di Torino, vi partecipano una sessantina di persone delle comunità di Ovada, Novi, Casale e Vignale. Vediamo subito in una cappella laterale un medaglione appena realizzato da Luca Pagella effigiante la pesca miracolosa. D’Andria dice che secondo lui in quel dipinto “Cristo parla in dialetto”, il parroco aggiunge che è un quadro vocazionale. Saliamo una ripida scala con accesso al museo, ammiriamo un palio realizzato dal non dimenticato Idro Grignolio per il Palio dei Cantoni (non siamo a Siena ma era un evento molto sentito). Il Museo è ricavato in un salone alto e luminoso, spiccano su un tavolo fratino grandi messali, alle pareti reliquiari, carte gloria e pianete, in una vetrina altri reliquiari, ostensori, due navicelle per l’incenso e un altarino ligneo dorato. Proseguiamo la visita in casa parrocchiale per l’ordinato archivio e per riprodurre foto del parroco con il Pontefice Giovanni Paolo II incontrato più volte, ad esempio alla nunziatura Varsavia durante una visita papale come chierico di servizio e a Roma, concelebrante nella cappella privata a fianco degli appartamenti pontifici. Mario Martinotti e Giannino Pregnolato ci accompagnano per una visita all’oratorio, al centro sportivo in fase di completamento: a fianco del campo di calcio sono stati realizzati quelli di beach volley, due di calcetto e rifatto quello di basket, a settembre si inaugura quello da tennis. All’aperitivo un importante annuncio: domenica 7 ottobre visita ufficiale dell’arcivescovo di Leopoli e presidente dei vescovi ucraini monsignor Mieczyslaw Mokrzycki (nella foto) che è stato secondo segretario di Papa Woytila e per due anni anche del pontefice attuale. Sarà già a Popolo sabato 6 in visita privata e in suo onore si terrà un concerto della cantante lirica popolese Isabella Giorcelli con la Filarmonica di Vinovo.

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Paolo Pensa

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