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Progetto

Sono ripresi gli scavi nell'area di San Michele in Insula a Trino

Indagine di archeologia medievale dell'Università dell'Insubria

Giovedì si è tenuta la presentazione del nuovo progetto di scavi
Il sito di San Michele in Insula a Trino riveste un ruolo centrale nelle ricerche di archeologia medievale in Italia. Espressione di forte continuità storica, dove le più antiche evidenze archeologiche risalgono all’epoca romana, l’area di San Michele offre ancora la possibilità di nuove indagini e approfondimenti, in particolare in campo bioarcheologico, tema che si intende approfondire con il progetto appena avviato.

Una prima fase di indagine archeologica, condotta a partire dagli anni ‘80 fino alla prima metà degli anni ‘90 dalla cattedra di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Torino (prof.ssa Maria Maddalena Negro Ponzi Mancini) in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali del Piemonte (1980-1981) e la Soprintendenza Archeologica del Piemonte (1984-1994), ha portato a individuare resti di un villaggio di età romana con continuità di occupazione fino all’alto medioevo, e di un insediamento fortificato medievale con edificio di culto - la chiesa di San Michele ancora esistente in elevato - circondato da un cimitero che ha restituito circa 700 sepolture databili tra l’VIII e il XVII secolo. Recentemente l’Amministrazione Comunale di Trino ha finanziato un’indagine bioarcheologica sul sito di San Michele in previsione di un progetto di valorizzazione complessiva del luogo. Queste risorse ci permetteranno di procedere con l’indagine archeologica dell’intera area cimiteriale e di approfondire la nostra conoscenza degli antichi abitanti di Trino.

L’iniziativa ha ricevuto formale autorizzazione dalla competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, funzionario archeologo dott.ssa Francesca Garanzini, che ha assunto la direzione scientifica dello scavo,  dall’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto di Vercelli, arch. Daniele De Luca e ing. Fabrizio Tabacchi, e dal parroco di Trino, don. Patrizio Maggioni. Il Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria, direttore prof. Luigi Valdatta, nella figura della dott.ssa Marta Licata quale responsabile scientifico del progetto di studio archeobiologico, ha accolto con profondo entusiasmo l’iniziativa, pianificando un programma di intervento che coniugherà costantemente ricerca operativa sul campo, divulgazione dati e la fruizione del bene. Oltre alla partecipazione dell’antropologo dott. Omar Larentis dell’Università degli Studi dell’Insubria, il sito di San Michele potrà accogliere gli studenti del corso di Archeobiologia (docente Marta Licata).

In questo modo, San Michele vedrà la compresenza di archeologi e antropologi, con l’allestimento di un laboratorio di antropologia fisica all’interno della chiesa, attivando così tutte quelle componenti operative in grado di stimolare l’interesse intorno ad una nuova dimensione archeologica del bene, palcoscenico storico che beneficerà anche delle nuove tecnologie di digitalizzazione dei beni culturali.

Alla conferenza stampa, che si è tenuta giovedì 4 novembre presso la chiesa di San Michele in Insula a Trino, erano presenti i principali attori di questa iniziativa, il sindaco, dott. Daniele Pane, l’assessore alla Cultura del Comune di Trino, dott.ssa Silvia Cottali, il Manager del Distretto del Commercio, dott.ssa Marta Moiso, il funzionario archeologo dott.ssa Francesca Garanzini, responsabili dell’ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto di Vercelli, arch. Daniele De Luca e ing. Fabrizio Tabacchi, l’archeologo dott. Daniele Capuzzo, e Marta Licata del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria.


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Emanuela Pastorelli

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