Si presenta l'ultimo numero del Babau, rivista bisessuale di fashion letteratura
L’attesa è finita. Sabato 29 giugno, alle ore 21,30 al Circolo Pantagruel, si terrà la presentazione del Babau, il periodico bisessuale di fashion letteratura. arrivato alla decima edizione. Ma che cos’è Babau? Lo abbiamo chiesto ai principali interpreti scrittori, fotografi e artisti.
«Babau non è né una rivista letteraria, né di moda, ma è una terza cosa. Ed è proprio per via di questa identità particolare che al suo interno non leggerete mai del colore top dell’estate e neanche dell’ultimo libro di Paolo Giordano, ma qualcosa di davvero singolare. Babau rende top racconto breve, Babau mette in campo una scienza bella da vedere, Babau ti urla nelle orecchie che la storia può essere pop, che il dolore, non tutto, ma almeno un pochino, si può scacciare anche solo scegliendo l’abito giusto, e che certi scrittori del passato hanno detto delle cose davvero fiche».
Racconti, fotografie, illustrazioni...
Chi legge Babau «non vede solo i racconti, le fotografie, le illustrazioni, ma anche tutte le altre cose, stupidissime o veramente acute, che proponiamo da diversi canali». La rivista è diretta da Barbara Michelerio e in redazione c’è Francesco Bardella, Selena Bricco, Lavinia Garofalo, Danilo Grasso, Albert Stray il quale cura anche la grafica. I racconti sono di Lavinia Garofalo, Danilo Grasso, Barbara Michelerio.
Rubriche: Lavinia Garofalo, Alice Giacobone, Danilo Grasso, Barbara Michelerio, Ariel Palmer, Mari Ricossa, Oscar Timo, Matteo Valecchi. Foto: Ariel Palmer, Michele Ricossa, Albert Stray. Illustrazioni: Alice Giacobone, Angela Servidio. Marketing e live performance: Mrs Patterson. Modelli foto: Il Base, Francesco Bardella, Marco Bardella, Selena Bricco, Tommaso Carrera, Lavina Garofalo, Alice Giacobone, Danilo Grasso, Marta Minouche, Mari Ricossa, Agata Signorello.
Tirare fuori quello che abbiamo dentro
Ma cosa ci sarà in questo numero 10? «Istinto Animale... siamo partiti in questa maniera, sedendoci ad un tavolino per un doveroso brainstorming. Quello che è venuto fuori è stato davvero interessante. “Tirare fuori quello che abbiamo dentro” prima di tutto, “andare davvero in profondità”, questa volta mica si scherza, perché non si parla di fiori, ma di robe che fanno star male chi le cerca e chi si trova ad averci a che fare, sfogliando semplicemente questa rivista. Okay, detto questo, ci è sembrato lecito chiederci: perché lo facciamo? Per svuotare un po’ i bagagli, ovvio, ed essere più leggeri con l’arrivo dell’estate. Quindi ci giochiamo Bruno Martino e la sua “E la chiamano estate”».
Per quelli del Babau «non è una canzone allegra... ha ben poco di estivo. Dice cose del tipo “e la chiamano estate, questa estate senza te”: sono robe capaci di far diventare tristi subito.
Ma la malinconia, le schifezze che stanno in fondo ai cuori, la brutalità degli istinti che ti friggono il cervello, non sono per forza sinonimo di negatività. Gli antichi greci, ad esempio, non andavano a teatro a vedere le tragedie perché erano tutti una manica di masochisti, ma ci andavano per essere confortati. “Catarsi”, così si chiama e ti permette, dopo essere passato per mille perigli della mente, di tornare a casa pulito, leggero. In questo caso potremmo anche chiamarlo “esorcismo”».
La mostra “D’Istinti ed altre storie”
E continuano: «È vero, siamo noi stessi ad evocare i peggiori demoni dell’istinto, ma poi li cacciamo anche via: abbiamo i bastoni, le scope, i mattarelli, sappiamo come fare, noi della redazione Babau. Quello che vi proponiamo è di immergervi un po’ con noi in queste acque torbide, non tanto da non tornare più indietro, lo facciamo noi il lavoro sporco, ma quel tanto che basterà per farvi andare in vacanza più sollevati. Crediamo che una delle forze di Babau sia che non si può scindere il giornale da chi lo fa, perché chi c’è dentro ci mette tutto se stesso, senza filtri, senza paura, a volte anche senza vestiti. Allora lo diciamo: ci sarà da piangere, ci sarà da star male, ma ci sarà anche da ridere un casino e ci sta anche stare spaparanzati sotto l’ombrellone a leggerci».
E sabato al Circolo Pantagruel, in concomitanza con la presentazione del giornale, verrà inaugurata la mostra “D’Istinti ed altre storie” di Æno (Emanuela Serafino), artista a cui è stato dedicato un articolo nel numero 10 di Babau.