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Il confronto con Legambiente

Il C.Al.Ca ribadisce: «Priorità sicurezza»

Gli interventi nelle aree fluviali del Po

Sicurezza e rinaturazione dell'area del Po. Sono i temi affrontati da C.Al.Ca e Legambiente attraverso un botta e risposta che abbiamo pubblicato nelle scorse settimane su "Il Monferrato". Un confronto che va avanti da tempo: questo l'ultimo è intervento del Comitato Alluvionati trasmesso dal vicepresidente e portavoce del Comitato, Massimo De Bernardi.

«Venuti a conoscenza del progetto di "Rinaturazione del Fiume Po" a cui sono destinati 357 milioni di euro di fondi del PNRR e all’appello dell’Autorità di Bacino Distrettuale Fiume Po (ADBPO) in cui il segretario generale, dott. Bratti - da noi incontrato a Parma lo scorso 20 dicembre - evidenziava la scarsità  di finanziamenti per la messa in sicurezza idrogeologica  abbiamo semplicemente  chiesto -  scrivendo alla premier Meloni, al Governo, parlamentari e vari enti preposti - di dare priorità coi fondi del Pnrr alla messa in sicurezza idrogeologica del Po visto che la stessa ADBPO ha presentato un piano nel 2018  che richiede circa 540 milioni di euro, piano per ora mai finanziato o preso in considerazione dai vari Governi».

«È forse proibito chiedere un maggiore interessamento per la sicurezza idrogeologica? È forse proibito scrivere al Governo? È forse proibito avere un parere diverso da Legambiente sulla gestione dei sedimenti del Po? Sono stato accusato “di dare una versione macchiettistica delle considerazioni di Legambiente”, “di far finta di non capire” “di ignorare o far finta di farlo” “di leggere disattentamente” ma soprattutto di “distorcere con disonestà”  tralasciando gli attacchi personali e al nostro Comitato. Crediamo sia utile ricordare che il C.Al.Ca. da oltre 22 anni si batte in prima linea per difendere il  territorio casalese da nuove alluvioni e criticità idrogeologiche, non abbiamo interessi di parte o di partito, non abbiamo sovvenzioni e non ricaviamo profitto dalla nostra attività (anzi!) e i nostri nonni non dragavano i fiumi. Se Legambiente però scrive: “Occorre ancora chiarire che la sicurezza idrogeologica, termine alquanto fuorviante, non esiste. Non si potrà mai “mettere in sicurezza” qualcosa perchè il rischio non può essere azzerato, il rischio residuo rimane sempre, e di questo bisogna essere ben consci” viene da pensare che il C.Al.Ca. abbia sprecato inutilmente molto tempo ed energie, viene da pensare che Aipo ed ADBPO non servano a nulla, viene da pensare che non serva esigere argini adeguati o manutenzione fluviale e finanziamenti concreti per il territorio. Beh, probabilmente l’autore (o autrice) della lettera di Legambiente non è stato alluvionato nel 1994, nel 2000 o più recentemente nel 2020  come gli abitanti di Terranova e Motta de’ Conti, non ha avuto l’acqua in casa e ora la muffa che risale dai muri, non ha perso mobili, elettrodomestici, auto, moto, i ricordi più cari e tutto quello che aveva al piano terreno, non ha spalato fango per giorni e soprattutto non sta ancora aspettando i rimborsi per il 50% dei danni subiti. Il Piemonte nel 2019 e nel 2020 ha subito oltre 1 miliardo e 300 milioni di danni, non serve allora cercare tra tutti di mettere più in sicurezza il territorio?». 

Aggiunge il C.Al.Ca.: «Legambiente però non risponde mai perchè è contraria al “Programma Generale di gestione dei sedimenti alluvionali dell’alveo del fiume Po - Stralcio confluenza Stura di Lanzo - confluenza Tanaro - edizione 2007 ultimo aggiornamento 2018 “il progetto è stato realizzato da ADBPO mica dal C.Al.Ca. Il C.Al.Ca. non ha mai chiesto di effettuare escavazioni selvagge in alveo ma solo dove serve e l’Autorità di Bacino  dice che a Confluenza Po-Sesia serve aprire dei canali laterali con uno scavo per 3,1 milioni di metri cubi, a Valmacca lo stesso per 1,539 milioni di metri cubi e a Bozzole serve uno scavo per 1,7 milioni di metri cubi, in totale sono circa 6,3 milioni di metri cubi che nel 2007 l’Autorità di Bacino scriveva che andavano rimossi per liberare dei rami secondari del fiume nel nostro territorio, tutti questi metri cubi li lasciamo sempre lì? Pensiamo che dal 2007 ad oggi siano spariti? Non serve liberare i rami del fiume da tutti questi milioni di metri cubi? Nel tratto Casale  confluenza Sesia tutti gli anni (sempre secondo ADBPO) il tratto fluviale del Po è caratterizzato da una portata solida costante di circa 1.050.000 metri cubi anno. Ribadiamo ancora una volta la nostra domanda: perchè si privilegiano le cave in aperta campagna e non si fa la normale manutenzione dei fiumi prevista dall’Autorità di Bacino fiume Po? Perchè come si parla di questi argomenti  insorgono oggi, come sempre  negli anni passati, solo certe “associazioni ambientaliste“ o alcuni partiti?».

Conclude il C.Al.Ca.: «Con questo e per non annoiare ulteriormente i lettori consideriamo chiuso per ora il confronto con Legambiente; siamo sicuri che ci saranno altri momenti in cui confrontarci, civilmente e ognuno con le proprie idee e convinzioni (speriamo di farlo ovviamente non dopo una nuova alluvione!) desidero però rassicurare Legambiente che alla maggiore sicurezza per le mie figlie e per i miei nipoti sono ancora in grado di badare da solo e non ho bisogno di unirmi a Legambiente come  non ho bisogno di etichette partitiche per insegnare il rispetto dell’ambiente e l’attenzione alla sicurezza di tutti». 


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