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Nuovo collettivo

“Casale Arcobaleno” per una città più Lgbt

Sabato, sotto i portici, contro l’omotransfobia

Sabato, nonostante la pioggia, sotto i portici di piazza Mazzini, il nuovo collettivo Lgbt “Casale Arcobaleno” ha fatto il suo esordio in città. L’occasione è stata un presidio per la giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia, durante il quale gli attivisti, con maschere rappresentanti le bandiere delle diverse identità di genere e orientamenti sessuali, hanno esposto cartelloni in cui erano riportanti frasi d’odio che quotidianamente persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ si sentono rivolgere da familiari, amici, conoscenti, passanti per strada: «Lo abbiamo fatto per tirare fuori da noi le discriminazioni che viviamo, per riconoscere che non siamo quello che subiamo, e per rendere pubblica una violenza che troppo spesso è passata sotto silenzio», dicono gli organizzatori. 

Il presidio ha coinvolto decine di giovani, a testimoniare un bisogno sentito in città e fino ad ora ignorato. Dopo una breve presentazione del collettivo, si è insistito sui suoi obiettivi: fare sensibilizzazione, creare uno spazio sicuro per persone LGBTQIA+, supportare le famiglie che si trovano sperdute nel “mondo arcobaleno”, rivendicare i propri diritti e un’esistenza libera. Si è inoltre spiegato l’istituzione della giornata mondiale contro l’omolesbobitransfobia (17 maggio), nata per commemorare il 17 maggio 1990, data in cui l’omosessualità è stata eliminata dalla lista delle malattie mentali. «Si è anche insistito sulle conseguenze drammatiche che l’omolesbobitransfobia ha sui minori - proseguono gli attivisti - che, interiorizzando queste discriminazioni, non sono lasciati liberi di esplorare appieno la propria identità, provocando talvolta danni irreversibili». Infine, Matteo Sida, in rappresentanza dell’organizzazione di AlPride (l’evento è  inserito nel calendario di avvicinamento al pride di Alessandria), ha sottolineato l’importanza di iniziative come questa in particolare nella provincia, dove i giovani hanno pochissimi punti di riferimento nell’approcciare questi temi. Temi che, ha ricordato ancora Sida, non si limitano alla rivendicazione di integrazione sociale, ma sono in sé rivoluzionari perché mettono in discussione la nostra identità in quanto tale, rivelando come non sia immutabile, e «inoltre, pensare e ordinare il mondo per rigide categorie, privilegiando alcune di esse e mettendole quindi in conflitto tra di loro, significa intanto semplificare la realtà e poi anche portare avanti una logica identitaria che si illude di garantire ordine e sicurezza».

La “Merenda Queer”

Il presidio si è concluso con un invito a partecipare al prossimo evento del collettivo, “Merenda Queer”, che si svolgerà venerdì 26 dalle 15 al Pantagruel: «Un momento in cui, in uno spazio sicuro, potremo confrontarci e riflettere su questi temi e su esperienze vissute, mettendole in condivisione per capire che non siamo soli».


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