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Testimonianza

Da Casale in Camerun: un monferrino in missione

Il servizio di Fabrizio Ferrero, classe 1969, fisioterapista e osteopata.

Insegnare osteopatia e riabilitazione in Africa. È quello che lo scorso novembre hanno fatto alcuni operatori della casa di cura “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello, Vercelli. Un’equipe di medici, infermieri, fisioterapisti e volontari sono partiti da Milano e sono andati nella missione di Mouda, nella regione dell’estremo nord del Camerun, gestita dal Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) e dai Silenziosi Operai della Croce, l’associazione fondata nel 1950 dal beato di Casale, monsignor Luigi Novarese. Tra di loro, Fabrizio Ferrero, classe 1969, casalese residente a Ozzano, fisioterapista e osteopata.

Che cosa siete andati a fare in Camerun?

I Silenziosi Operai della Croce ci hanno proposto di tornare per la seconda volta nella loro missione di Mouda, per formare fisioterapisti locali.

Come è andata?

Dopo alcuni incontri durante i quali si sono definiti i compiti, ci siamo resi conto che l’immensità di argomenti da proporre rischiava di creare confusione.

Quindi?

Abbiamo pensato di portare un approccio molto funzionale e soprattutto concreto. Poche parole e molta pratica, quello che serve in un posto dove delle lauree e dei titoli che tanto piacciono da noi, non importano a nessuno. Lì basta essere se stessi, togliersi di dosso quell’ego che spesso ci comprime e darsi da fare per aiutare chi ha bisogno.

Che cosa avete fatto?

Ci siamo trovati con naturalezza a cercare di trasmettere quel poco che sappiamo fare e che cerchiamo di mettere in pratica ogni giorno a Casale come a Moncrivello. Con la consapevolezza però, che stavamo dando nozioni per loro preziosissime. Insieme agli osteopati Jacek Cewckoswski di Villareggia (Torino) e Alessandra Pisano di Roma coordinati da Godelive Kalenga, fisioterapista e sorella dei Silenziosi Operai della Croce, nonché responsabile dei fisioterapisti presso il Crrf “Mons. Luigi Novarese” di Moncrivello, abbiamo formato circa 30 fisioterapisti locali su tecniche osteopatiche dell’arto inferiore, tecniche di rieducazione della deambulazione post intervento chirurgico, osteopatia in ambito pediatrico e rieducazione pediatrica neuromotoria svolgendo circa 140 ore di lezione. Nei giorni successivi tre ortopedici hanno effettuato 173 visite mediche alla fondazione di Mouda e 40 interventi chirurgici.

La missione di che cosa si occupa?

Dalla fine degli anni Novanta vi è un complesso in fase di continua espansione che porta un grande aiuto alla popolazione locale. Siamo in una zona in cui le condizioni ambientali sono durissime, le persone non posseggono nulla se non un grande spirito di adattamento per proseguire una vita durissima. Nella Fondazione Betlemme vengono accolti orfani di madre (talvolta bambini/e con pochi giorni di vita), disabili e malati in regime di ricovero per la riabilitazione. Vi è anche una scuola per sordi oltre ad un laboratorio di falegnameria,intarsio e uno per la costruzione di articoli ortopedici.

Vi sono anche attività di formazione?

Sì, soprattutto per i ragazzi che possano così imparare un mestiere.

Prossimi appuntamenti?

Bisogna dare continuità, dobbiamo tornare, portare altre nozioni. L’idea è quella di creare un gruppo di lavoro che operi per aiutare la popolazione. Ognuno con quello che sa fare e può dare. Da alcuni anni esiste anche un progetto per l’adozione a distanza di bambini, quasi tutti orfani di madre a causa di gravi complicanze post parto o per la malaria, che vivono presso la Missione. Con i fondi ricevuti si garantiscono vitto ed alloggio, la formazione scolastica,la riabilitazione e le spese per le cure mediche di ogni genere.

Coloro che fossero interessati a conoscere ulteriori dettagli possono contattare sorella Godelive telefonando al numero 0161 426608 o scrivendo direttamente a god.kalenga1986@gmail.com.


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