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Giardiniere a Versailles

Giovanni Delù: «Finiti gli individualismi diventiamo collettività»

«Alle volte, la voglia di lasciare tutto e tornare tra le mie colline monferrine prende il sopravvento»

Dalla Cina all’Europa fino agli States, in poche settimane il Coronavirus ha fatto il giro del mondo. Dopo l’Italia, tra i primi Paesi europei a contare importanti contagi è stata la Francia. Oggi lo scenario delle città e degli ospedali dei cugini dell’Oltralpe non è, ormai, molto dissimile dal nostro. L’Italia è diventato un esempio per tutti, in primis per la Francia. Abbiamo raggiunto Giovanni Delù, 27 anni, monferrino di Murisengo, da 4 anni tra i giardinieri della Reggia di Versailles a Parigi, gli antichi Jardins du Château de Versailles risalenti alla prima metà del 1600, all’epoca di Luigi XIII.

Giovanni, a Parigi, come vengono vissute queste settimane di pandemia?

Si vive tra alti e bassi d’umore. Alle volte, la voglia di lasciare tutto e tornare tra le mie colline monferrine prende il sopravvento ma, per il momento, non è assolutamente possibile. Per il resto, seguo le direttive sanitarie, evito completamente i contatti e da due settimane non faccio altri tragitti che quello da casa al lavoro e ritorno. Naturalmente, occorre anche fare la spesa e, questo, mi preoccupa, anche se, rispettando tutti i protocolli, dovrei essere abbastanza protetto.

Qual è la tua percezione e quale la tua sensazione?

Sono fondamentalmente positivo. Sarà dura e sarà dolorosa, ma ne usciremo più forti. Il pianeta sta tirando un sospiro di sollievo. L’egoismo personale si sta riducendo lasciando spazio alla solidarietà; ci stiamo rendendo conto che molte delle cose che ritenevamo indispensabili, in realtà non lo sono. È una situazione che permette a tutti di tirare fuori il miglior lato della propria personalità.

Una “lettura” anche positiva, dunque, da parte tua...

La pandemia è stata anche occasione per mettere in luce gli evidenti problemi dei Servizi Sanitari a livello nazionale ed europeo. Questo è un bene, perché ci permetterà di evitare, in futuro, di commettere lo stesso errore, e anche perché ha evidenziato i punti forti dei nostri sistemi che permettono al personale sanitario di curare tutti, a prescindere da sesso, religione, grado sociale ed etnia. Penso che questo sia il lusso più grande. Ho più di un amico negli ospedali italiani, francesi e portoghesi. Tutti raccontano le stesse cose: non c’è più né tempo né lo spazio per parlare di noi singolarmente e individualmente. Siamo diventati noi, tutti, collettività.

Come giudichi le misure disposte da Emmanuel Macron?

Non posso dire, con certezza, se stia facendo bene o male. La mia percezione, però, è che tutti stiano facendo il massimo. La cosa che più apprezzo più è che la maggior parte delle persone abbiano smesso di fare discussioni inutili e si siano unite per reagire.

Riscontri differenze tra i comportamenti e le reazioni di francesi e italiani?

I francesi si stanno comportando esattamente come tutti gli altri: ci sono i furbi dovunque, che cercano di raggirare le regole, e quelli che, invece, le hanno prese molto seriamente.  I francesi hanno paure e timori come tutti e cercano di reagire nel migliore dei modi.

Come commentano la situazione italiana in Francia?

Sono sconcertati, increduli e impauriti da quanto accade in Italia. Ora che hanno compreso che non si tratta di una semplice influenza, stanno prendendo l’Italia come punto di riferimento. Questo mi rende orgoglioso di essere italiano.

La tua attività ai Giardini di Versailles procede?

Sì, sto lavorando. Il personale è ridotto e il nostro incarico, ora, è quello di salvare il patrimonio vegetale che, evidentemente e fortunatamente, continua il suo ciclo vitale, a prescindere dalla pandemia.

Quali le misure di protezione per i giardinieri deli antichi Jardins du Château de Versailles?

Cerchiamo di stare il più lontano possibile tra di noi, disinfettiamo dove tocchiamo e usiamo i guanti. Ci consideriamo tutti portatori sani e applichiamo tutte le misure di sicurezza possibili. Ho colleghi che non dormono più con le loro mogli e si sono isolati dal resto della famiglia per proteggerla.

In quanto italiano, anche tu sei un punto di riferimento?

Spesso, mi capita di informare i colleghi riguardo alle nuove disposizioni italiane, per provare ad anticipare quello che succederà (in Francia siamo circa 9 giorni in ritardo).


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