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Viaggio d'autore a Occimiano per il missionario salesiano Evasio Rabagliati

Quando Don Bosco quella sera del 12 ottobre 1861 attraversò Occimiano, era già nato da sei anni un ragazzino che avrebbe portato il nome del suo Padre agli estremi confini del mondo: Evasio Rabagliati. Era nato in Occimiano il 20 gennaio 1855”. Così scriveva nelle “Passeggiate autunnali di don Bosco per i Colli monferrini” (Ed. Istituto salesiano Castelnuovo) don Luigi  Deambrogio che poco dopo aggiungeva: “Il primo colloquio fra Evasio Rabagliati e Don Bosco di cui abbiamo notizia storica, sarebbe avvenuto l’otto gennaio 1869 nel Piccolo Seminario di San Carlo in Mirabello, quando Evasio era ormai quattordicenne. Racconta la storia che l’incontro col Santo in Mirabello rapì il cuore del giovane Evasio che, da quel momento non lo lasciò più, diventando uno dei  intrepidi e valorosi missionari dell’epoca salesiana”. Poi avanti, dal Piccolo Seminario di Mirabello a Borgo San Martino, al Valdocco di Torino.  Un anno dopo la professione perpetua fatta nelle mani di don Bosco il 15 settembre 1876, con un gruppo di missionari guidati da don Francesco Bodrato si imbarcava da Genova sul bastimento “Savoia” diretto a Buenos Aires, dove riceveva il suddiaconato, il diaconato e il presbiterato il 20, 21 e 22 settembre 1877, primo sacerdote salesiano ordinato in America. Poco prima della partenza tutta la famiglia Rabagliati veniva ricevuta in udienza particolare da don Bosco che, dopo un attimo di preghiera, con accento ispirato sussurrava queste profetiche parole: “Benedico quattro sacerdoti salesiani e una Figlia di Maria Ausiliatrice e tutta la famiglia Rabagliati qui riunita”. Così si legge nella biografia “Don Evasio Rabagliati. Il cappellano dei lebbrosi” (Elledici, Torino 1992) di Rodolfo Fierro e Angelo Bianco, che poi osservano: “Ecco come era la famiglia Rabagliati in quel giorno: il padre: Luigi, 44 anni; la madre: Teresa Unia, 42 anni; Evasio, chierico, 21 anni; Giuseppe, 19 anni; Clementina, 13 anni; Eugenio, 10 anni; Silvestro, 5 anni; Paolo, di appena un anno in braccio alla mamma.  Quella data segna l’ultima volta in cui la famiglia Rabagliati si trovò tutta unita. L’obbedienza religiosa andò successivamente disseminando Evasio in Argentina, Cile, Colombia; Clementina in Argentina e poi in Spagna; Eugenio in Inghilterra; Silvestro in Colombia e poi negli Stati Uniti; Paolo in Cile”.  In Colombia Don Evasio si dedicò prevalentemente alla cura e all’assistenza dei lebbrosi, per i quali fece un viaggio in Norvegia per incontrare Gerhard Henrik Hansen (1841-1912), che nel 1873 aveva scoperto il batterio responsabile della lebbra (denominata morbo di Hansen).  Per i suoi meriti il governo italiano gli ha concesso la croce di Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro, e nel 1915, in occasione del centenario della nascita di don Bosco, venne collocato sulla facciata del tempio di Agua de Dios un busto marmoreo di don Evasio Rabagliati, allora a Santiago del Cile, dove scomparve il 2 maggio 1920. Il giorno della morte ha lasciato nella sua stanza una busta chiusa e affrancata indirizzata a don Luigi Variara per la festa di Maria Ausiliatrice con questo sintetico e concreto testamento: “Sempre e tutto per i lebbrosi”. Dall'archivio una famiglia votata a don Bosco Appuntamento a Occimiano da don Gian Paolo Cassano che ci riceve nel suo  studio pieno di libri, sulla scrivania giornali di  Bangkok e del Giappone: “Faccio la raccolta di tutte le testate del mondo e gli amici in viaggio me ne fanno omaggio’’. Il sacerdote ultimamente ha dato alle stampe tre volumi su papa Benedetto, frutto di articoli pubblicati su “La Voce Alessandrina” e sul mensile “Familiari del clero”, di cui è direttore (è pure il responsabile del bollettino della Associazione Marchesi del Monferrato).  Scopo dei libri sul papa seguire il magistero ordinario del pontefice oltre ai viaggi e farne una sintesi annuale.   Inoltre insegna alla facoltà teologica di Torino Etica e Comunicazione, nel seminario interdiocesano di Betania Teologia pastorale e nell’istituto superiore di Scienze religiose di Alessandria Storia della chiesa antica, oltre ad essere docente ruolo di Religione al Leardi.  Si aggiunge la responsabilità  di tre parrocchie: Occimiano, Pomaro, Villabella. E’ anche delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo religioso. Il bello è che riesce a fare tutto. Parliamo dei suoi salesiani illustri e visioniamo gli atti di nascita e battesimo di Evasio, Silvestro Camillo (1855-1920, madrina Carolina Degiovanni Rabagliati e Camillo Rabagliati), dei fratelli Eugenio Giovanni (n. 1866) e Silvestro (n. 1871) e della sorella Clementina (n. 1863).   Pausa. Assaggiamo i biscotti a forma di barchetta acquistati a Stresa con un liquore di pesca e albicocca “Moulin de Valdonne”.  Poi in un assolato mezzogiorno raggiungiamo la Piazza dell’oratorio don Bosco. Passiamo a fianco della Chiesa sconsacrata  di S. Antonio. Entriamo in parrocchiale  di cui è  stato ultimato il restauro della facciata e dell’abside (con catene) e ammiriamo i soffitti affrescati e la splendida pala del  Lanino a lato dell’altar maggiore, mentre suona mezzogiorno.  Ultimo passaggio nella omonima via dove probabilmente sono nati i Rabagliati (giriamo il quesito sulla casa al sindaco Berra per porvi una lapide).

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Silvio Morando

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