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Una mostra
Disperanza, fotografie per guardare al futuro
Da domenica 2 ottobre al Castello di Casale espone Lucia Bianchi
Domenica 2 ottobre si inaugura nell’ex cappella del Castello, alle ore 17, “Disperanza”, la mostra fotografica di Lucia Bianchi, evento promosso dall’associazione Andos (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), in collaborazione con Avis Casale e Collettivo Donne Insieme.
«Si rinnova la stretta collaborazione con gli amici di Avis e con la presidente Gabriella Bionda che desideriamo ringraziare - ha sottolineato la presidente di Andos Casale, Roberta Buosi - La mostra “Disperanza” è parte del percorso di Lucia Bianchi, artista che con grande forza racconta la storia di una e molte donne. Le immagini e il libro sono opere di grande impatto e si inseriscono nelle iniziative dell’Ottobre Rosa, mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno».
Durante il periodo di apertura della mostra, che chiuderà il 30 ottobre, è previsto anche un convegno dal titolo “Prima Donna” che si terrà giovedì 27 ottobre alle ore 17,30. Roberta Buosi, direttore della struttura complessa di Oncologia al Santo Spirito di Casale Monferrato ed Elisabetta Gattoni, oncologa del Santo Spirito, si soffermeranno proprio sulla prevenzione del tumore al seno.
La mostra è aperta gratuitamente il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
“Disperanza” ha l’esplicito intento di testimoniare e donare speranza, o forse, la speranza nella disperazione per superarla il cancro e andare avanti. Queste le parole di Simona: «Saremo noi testimoni di quell’avventura che si chiama “cancro”, anche per chi non ce l’ha fatta».
Simona è una delle donne coinvolte nella mostra e nel progetto, una delle donne che hanno attraversato la malattia, che l’hanno raccontata e che sono state fotografate dalla bravissima Lucia Bianchi. Lucia ha scelto il giardino del parco storico di Villa Gabrieli di Ovada (luogo del cuore FAI 2018) un giardino terapeutico o healing-garden, ha realizzato scatti forti e delicati insieme, a donne con parrucche dai colori sgargianti, vestite con lenzuola ospedaliere, accompagnate spesso da una piuma simbolo di coraggio e valore (come volevano gli indiani d’America) ma anche di purezza, libertà e fede.
L’autrice ha maturato una particolare sensibilità su questo tema perché ha vissuto attraverso la madre l’esperienza drammatica del male, ed ha saputo esplorare stati d’animo di degenti, familiari, amici e amiche, uniti tutti da un dolore inaspettato, a volte cieco a volte pietoso, aperto e solidale.
Questi bellissimi scatti potranno essere guardati al Castello Paleologo per tutto ottobre. Saranno disponibili anche il catalogo - che contiene toccanti testimonianze di pazienti o ex pazienti oncologiche, consapevoli e ammirevoli - e magliette. Il ricavato sarà devoluto ad Andos, l’associazione nata da alcuni anni nel reparto di Oncologia dell’ospedale della nostra città, proponendo alle donne operate al seno servizi per affrontare al meglio la malattia e insieme superarla.
Oltre il cancro c’è vita, come enuncia la dottoressa Roberta Buosi, e poi - ricordiamolo! - ottobre è il mese della prevenzione! La prevenzione è necessaria ed efficace se la si effettua per tempo, infatti è importantissimo il ruolo del personale sanitario, come emerge nel percorso espositivo.
Nelle immagini si legge la forza straordinaria che hanno le donne nell’affrontare il cancro.
È ancora Simona a raccontare: «Ci vogliono anni per ripensarsi donne intere... ci si riesce ma è un percorso lungo e faticoso, una sorta di ricostruzione che non ti abbandonerà mai». È il tempo quindi a dare risposte e a riportare le priorità al posto giusto, come dice Giovanna in un suo «pensiero dopo la diagnosi: il tempo. Il tempo che ho perso alla ricerca di qualcosa o qualcuno... la vita mi ha dato una seconda possibilità da vivere ogni secondo».
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