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Coronavirus
L'Asl: sì ai tamponi, no ai test sierologici
La comunicazione in una PEC inviata ai sindaci dei distretti: "Non promuovere, allo stato attuale, campagne di test sierologici non validati dalle autorità sanitarie"

E’ partita giovedì 9 aprile, a Casale Monferrato, nella galleria di Cinelandia, l’attività drive-in clinics, ovvero i prelievo dei campioni (tamponi) rinofaringei presso i presidi territoriali, direttamente attraverso i finestrini aperti delle auto, su cui permane il paziente. Il servizio era stato deciso dall’Asl AL e aveva da subito previsto la presenza in tutti i centri zona, dove le rispettive amministrazioni comunali avevano accolte le richieste, garantendo la disponibilità degli spazi. Presso il gazebo aperto della galleria di Cinelandia, grazie all’organizzazione del personale infermieristico, vengono così garantiti circa 50/60 tamponi al giorno su prenotazione. Non si tratta di un servizio libero e aperto a tutta la popolazione, ma riservato alle persone inserite nel database (con impegnativa medica o segnalate dalle Rsa), le quali vengono chiamate e invitate a presentarsi in gironi ed orari prestabiliti. Ad oggi sono oltre 8 mila le persone in quarantena e in attesa di tampone inserite nella piattaforma. A parte qualche iniziale problema nella convocazione delle persone, ora il sistema è partito a pieno ritmo e garantisce l’esito, nel giro di pochi giorni; più precisamente, il Medico di Medicina Generale o il SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica) possono accedere alla piattaforma e scaricarlo.
In parallelo, è del 13 aprile scorso la pec inviata dall’Asl AL a tutti i sindaci del territorio e per conoscenza alla Prefettura in cui viene richiesto di “non promuovere, allo stato attuale, campagne di test sierologici non validati dalle autorità sanitarie, a livello di popolazione, al fine di non creare false aspettative e confusione tra i cittadini, in attesa che, da parte del Ministero della Salute, della Regione Piemonte e dell’Asl AL, venga completamente verificata la messa a punto e la validità delle metodiche da porre in atto”. A rafforzare la posizione è il documento dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani in cui è raccomandato di non usare test sierologici in modo sistematico in quanto: “le conoscenze attuali sono modeste, spesso aneddotiche e i dati sono non conclusivi su: tenacia di rilevazione, cinetica anticorpale, predittività diagnostica e prognostica. I dati di sensibilità analitica sono modesti (60% in soggetti certamente affetta da Covd-19 perché sintomatici e positivi al test biomolecolare). I risultati sono per lo più difficilmente valutabili per la mancanza, spesso dichiarata, dei test di neutralizzazione. L’impatto diagnostico è modestissimo se non fuorviante se è vero che i falsi negativi, con taluni kit, raggiunge la quota dell’80%”. Sempre nella pec è indicato che fino a quando le autorità sanitarie e l’Istituto Superiore di Sanità non avranno i risultati che consentiranno di mettere a disposizione test sierologici validati e la cui validità e utilità sarà dimostrata e certificata, “ogni iniziativa non pienamente corroborata da validazione scientifica, al di là di possibili contributi di studio e indagine, corre il rischio di produrre effetti negativi di false rassicurazione che, in questa fase della pandemia, possono avere importanti impatti anche in termini di salute pubblica”
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