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Assistenza

«I malati no Covid-19 devono poter accedere alle visite e alle cure in tempi rapidi»

Esiste «il rischio collasso dopo il periodo dell'emergenza»

«I malati no Covid-19 devono poter accedere alle visite e alle cure in tempi rapidi». È questo, in sintesi, l’appello che lanciano i pensionati di ANAP-Confartigianato Piemonte, attraverso il presidente regionale, Giuseppe Falcocchio.

«Sappiamo come si stia lavorando tanto per garantire al meglio l’assistenza – continua il presidente – ma il rischio di un allungamento delle liste di attesa è ormai concreto». L’ANAP Piemonte, l’Associazione dei Pensionati di Confartigianato Imprese Piemonte, vuole sottolineare «come con il ritorno a una quasi normalità, la Sanità rischi il collasso, dopo tre mesi in cui ospedali e ambulatori hanno sospeso tutte le attività, ad eccezione delle cure urgenti e non procrastinabili. Infatti, con la ripresa delle visite specialistiche e screening, gli ospedali sono a rischio di una nuova ondata di pazienti, con malati che necessitano di riprendere controlli e test. In più, ASL e nosocomi stanno riorganizzando le riaperture, tra mille difficoltà e con nuovi percorsi di sicurezza».

«Il problema – sottolinea Falcocchio – è molto serio, occorre prendere provvedimenti straordinari per ‘smaltire’ l’arretrato. Tra i pazienti che maggiormente hanno bisogno di riprendere il percorso usuale di follow-up e controlli ci sono i malati oncologici e gli anziani. In questi mesi di emergenza, spesso sono state interrotte chemioterapie e visite dirette».

Secondo un’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità condotta in 155 paesi, «i servizi di prevenzione e cura delle malattie non trasmissibili hanno subito una grave interruzione da quando è iniziata la pandemia di Covid-19. I servizi sanitari sono stati parzialmente o completamente interrotti in molti paesi e più della metà (53%) ha interrotto parzialmente o completamente quelli per il trattamento dell’ipertensione; il 49% quelli per il trattamento del diabete e delle sue complicanze; il 42% quelli per il trattamento del cancro e il 31% quelli per le emergenze cardiovascolari. I servizi di riabilitazione sono stati interrotti in quasi due terzi (63%) dei paesi».

«Occorrono, quindi, direttive omogenee e concrete da parte del Ministero della Salute e interventi mirati da parte del Governo misure più strutturali e l’impiego di un maggior numero di medici e operatori sanitari, anche se questi vengono da un periodo particolarmente impegnativo. Non possiamo permetterci – conclude Falcocchio – che alle già tanto numerose vittime del Covid-19 si aggiungano quei pazienti, spesso anziani, che necessitano di visite e cure a cui non viene data una risposta immediata ed efficace».


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