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L'intervista
Le riflessioni delle religiose ospitate al Santuario di Crea
“Questa pandemia è un’enorme occasione di riflessione per l’umanità. È la dimostrazione che le nostre azioni hanno conseguenze su questo pianeta; dobbiamo esserne consapevoli”

Pandemia: fatalità, segno o destino? Cosa resterà? L’uomo sarà migliore? Abbiamo condiviso alcune riflessioni con le Monache del Monastero Maria di Magdala a Crea.
“Questa pandemia è un’enorme occasione di riflessione per l’umanità. È la dimostrazione che le nostre azioni hanno conseguenze su questo pianeta; dobbiamo esserne consapevoli”.
Fatalità, destino, segno o “reazione”?
Non possiamo ignorare l’allarme che, da tempo, gli scienziati hanno dato: le nostre scelte hanno ripercussioni sul mondo intero. Non si tratta, come molti affermano, di una punizione divina. L’uomo sa farsi abbastanza male da solo, senza dover scomodare Dio. Questo dolore può diventare occasione per una crescita umana, per riscoprire valori sociali, civili e religiosi, che renderanno migliore il nostro futuro.
L’uomo era, forse, andato troppo oltre?
Quante volte abbiamo agito senza pensare al dopo? Quante volte abbiamo date per scontate le cose belle della vita e non ci siamo fermati ad ascoltarle, osservarle e apprezzarle? E’ giunto il tempo di fermarci e di accorgerci di cosa ci circonda: la natura, il vicino di casa, le situazioni di profonda ingiustizia… L’uomo, talvolta, si spinge oltre e rischia di cadere nella superbia e nel delirio dell’onnipotenza.
Cosa ci insegna questa pandemia?
Che siamo tutti legati gli uni gli altri. Non ci si salva da soli: c’è bisogno dell’apporto di tutti, ciascuno nel suo campo e con le proprie capacità. C’è bisogno di solidarietà, giustizia, competenza, professionalità e correttezza da parte di ognuno, non di polemiche che fomentino e creino divisioni e sfiducia. La solidarietà è la forza e la ricchezza di ogni Nazione. Ricordiamolo, anche quando il Coronavirus sarà lontano.
Com’è cambiata, nella storia, la fragilità umana?
L’essere umano si deprime ogni volta che, credendosi onnipotente e invincibile, si scontra con i suoi limiti e le sue fragilità. Ad essere cambiata, forse, è la percezione: oggi siamo consapevoli che la debolezza ci appartiene. Dobbiamo anche imparare ad ascoltare la storia: ha sempre qualcosa da insegnarci e da indicarci.
Perché l’uomo ha bisogno di trovare sempre un senso?
L’uomo è una domanda. Troveremo il senso di ciò che stiamo vivendo se sapremo stare in questa domanda. Potremo dare un senso anche al dolore assurdo, che senso non ha, se sapremo alzare lo sguardo e dilatare i nostri orizzonti. I nostri schemi di lettura non sempre funzionano per comprendere la realtà. Forse, più che cercare il senso dobbiamo decidere come viverla e come starci dentro a questa situazione.
Cosa resterà?
Resteranno molte ferite ma, ancor più, i piccoli e grandi gesti d’amore, cura, attenzione, ascolto, aiuto, solidarietà e sostegno. Da qui si potrà ripartire. Se ripartiremo dai legami che ci uniscono, allora potremo andare lontano. Far tesoro dell’oggi, sarà la migliore garanzia per il domani.
L’uomo sarà migliore?
Non è qualcosa di automatico. Molti stanno già dando il meglio. Altri, dovranno avere il coraggio di cambiare rotta, anche ripartendo dalla formazione all’umano, alla coscienza, al bene comune e al senso di appartenenza. Niente si improvvisa!
Quali Letture nel tempo dell’incertezza e dell’insicurezza?
Sono tanti i brani … Nel Vangelo di Matteo (cap.17, 14-23), viene raccontata l’angoscia di un padre per il figlio malato... Nei salmi, ci sono anche le emozioni della paura, dell’angoscia e della disperazione; ci insegnano ad avere fiducia, a fare memoria di ciò che abbiamo ricevuto e a ringraziare, anche nelle difficoltà.
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