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  • 27 novembre 2025
  • Casale Monferrato

Lunedì 1° dicembre

“Il caso Ramelli: una ferita ancora aperta”

Incontro nella sala convegni Giumelli di Palazzo Vittone, in piazza Cesare Battisti a Casale

Lunedì 1° dicembre, alle 20.45, la sala convegni Giumelli di Palazzo Vittone, in piazza Cesare Battisti a Casale Monferrato, l’Associazione Culturale Galleria del Pensiero ospiterà la presentazione dell’edizione aggiornata e ampliata di Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura (Idrovolante Edizioni, 2024).

Gli autori, Guido Giraudo e Andrea Arbizzoni, dialogheranno con Marco Botta e Francesco Nebbia. Il volume ripercorre con nuovi dettagli il clima ideologico, le responsabilità e l’intero percorso giudiziario legato all’uccisione del diciottenne milanese del Fronte della Gioventù, avvenuta negli anni più tesi dello scontro politico.

La prima edizione del libro risale al 1987 e, da allora, il suo contenuto non è mai stato contestato nel corso dei numerosi incontri di presentazione.

Ramelli fu aggredito il 13 marzo 1975 da un gruppo legato ad Avanguardia Operaia, che lo colpì ripetutamente al capo con pesanti chiavi inglesi Hazet da 36 mm. Rimasto incosciente a terra e poi ricoverato in condizioni gravissime, morì dopo 47 giorni di alternanza tra coma e temporanee riprese di lucidità, il 29 aprile. I membri del commando, secondo le ricostruzioni, continuarono nel frattempo le loro azioni violente senza esitazioni. Il giovane venne sepolto nel cimitero maggiore di Lodi.

Gli autori definiscono l’omicidio un gesto particolarmente vile, maturato in un contesto scolastico — l’Istituto “Ettore Molinari” di Milano — dove Ramelli era stato bersaglio di continue aggressioni politiche senza che nessuno, tra compagni, docenti o dirigente, intervenisse a tutelarlo. Per questo, sostengono, il libro meriterebbe di essere letto anche nelle scuole.

Il processo si aprì il 16 marzo 1987 davanti alla Corte d’Assise di Milano e coinvolse inizialmente otto imputati, per lo più studenti di medicina dell’epoca, poi raggiunti da altri appartenenti al servizio d’ordine di Avanguardia Operaia, tra cui ricercatori e amministratori locali. Secondo le indagini, alcuni di loro gestivano anche un archivio con migliaia di nomi ritenuti possibili bersagli.

Nel 1989, la Corte d’Assise d’Appello ridusse sensibilmente le condanne emesse due anni prima: le pene passarono da un massimo di 15 anni a sentenze comprese tra 6 anni e 11 mesi. La Cassazione confermò poi l’impianto, escludendo la premeditazione e qualificando inizialmente il fatto come omicidio preterintenzionale.

Per molti osservatori, quella conclusione processuale non restituì proporzione rispetto alla violenza del delitto. Alcuni dei condannati, negli anni successivi, hanno inoltre raggiunto posizioni professionali di rilievo, confermando — sostengono gli autori — l’amara sensazione che, talvolta, “il delitto paghi”.

Al termine gli autori autograferanno il volume.

Sull'iniziativa arrivano le parole del parlamentare monferrino, Enzo Amich: «Desidero innanzitutto esprimere il mio più sincero apprezzamento per la vostra iniziativa, dedicata alla presentazione dell’edizione aggiornata del volume Sergio Ramelli. Una storia che fa ancora paura. Pur non potendo essere presente alla serata - e di ciò chiedo venia a tutti voi - desidero farvi giungere queste righe di partecipazione ideale. Una causa di forza maggiore, indipendente dalla mia volontà, mi impedisce infatti di raggiungervi a Casale Monferrato, ma non per questo viene meno il mio interesse per il vostro lavoro e per il valore civile dell’incontro».

«Il volume di Guido Giraudo e Andrea Arbizzoni rappresenta un contributo importante alla memoria storica e al confronto pubblico. Ripercorrere con rigore fatti così dolorosi e complessi significa offrire alla comunità strumenti per comprendere meglio una stagione che ha segnato profondamente il nostro Paese. È un impegno culturale e civile che merita rispetto e ascolto».

«Rivolgo quindi agli autori, ai relatori e agli organizzatori il mio plauso per l’impegno profuso e per l’attenzione che, ancora una volta, dedicate alla riflessione storica e alla ricerca della verità. Confido di poter partecipare alle vostre prossime iniziative».

 


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