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Beat che passione! Gli anni '60 sono tornati a Casale...

Grande partecipazione di spettatori sabato nel piazzale davanti al Lungo Po Gramsci al festival “Casale beat sessanta” che ha riportato in formazione undici complessi beat casalesi dell’epoca. Circa un migliaio di persone ha seguito in piedi le performances dei vari gruppi fino alla conclusiva “Hey Jude” dei Beatles cantata in coro da tutti i presenti. La manifestazione è stata lo sviluppo della serie di articoli “Musica che passione” pubblicata da “Il Monferrato” e il suo successo si spiega forse con il legame stretto dei complessi musicali alla storia della città, storia viva però, che ha ancora intorno a sé i veri protagonisti, desiderosi e capaci con la sola forza delle note di suscitare emozioni intense che appassionano non solo le generazioni dell’epoca ma anche le più giovani abituate a ben altri suoni. E sul palco, nell’insolita veste di presentatrice, è stata chiamata proprio Luciana Corino, la nostra collaboratrice che ha curato la serie di articoli. Il concerto è stato organizzato dalla Pro Loco Casale, rappresentata sul palco dal vice presidente Carlo Raspanti e dal segretario Massimiliano Antrosio, con il patrocinio del Comune che ha visto presente per tutta la serata il vice sindaco Beppe Filiberti. Le voci dei cantanti e i suoni degli strumenti sono stati curati dal service “Elexa” di Beppe Vipiana che alla consolle ha anche fatto un lavoro straordinario di proiezione scenica, sul muro del Castello, delle sequenze fotografiche delle band. Le immagini originali, recuperate con un capillare lavoro di raccolta tra i diversi possessori, sono state elaborate e messe in progressione dall’architetto e designer, oltre che chitarrista dei Boots, Dodo Bersano. Il concerto è iniziato con la proiezione del filmato in cui il musicista e compositore Attilio Zanetti “Zeta” canta al pianoforte una canzone di Sergio Endrigo. Poi i “Satelliti” hanno interpretato “La notte dei fantasmi” dello stesso Zeta, sigla di chiusura delle loro esibizioni e “Ho difeso il mio amore” dei Nomadi. Le altre canzoni sono state per i Boots “Time is on my side” dei Rolling Stones, per gli Sparrow “Senza luce” dei Dik Dik e per i Before Christ “Something” dei Beatles. Gli Scoiattoli hanno eseguito “Carol” dei Rolling Stones, la Colla “30, 60, 90” di Willie Mitchell, i Dragoni una canzone inglese e gli Sleeping “Have you ever seen the rain” dei Creedence Clearwater Revival. La canzone dei Sentimental’s Group è stata “Quella musica” dei New Trolls, del Tao Te Group “Psikobsession” composizione inedita, i Basilari hanno intonato “Come together” dei Beatles. Un momento di emozione è stata la scoperta da parte della vedova del tastierista di quest’ultimo complesso di sconosciute immagini giovanili del marito scomparso tre anni fa. Il festival non sarebbe stato possibile senza l’instancabile impegno del chitarrista e cantante Gegio Oliaro che ha anche costituito un’orchestra provvisoria, la “Casale beat sessanta” comprendente il batterista Angelo Bellomi e il chitarrista Davide Held per sostituire i musicisti scomparsi o introvabili.

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Veronica Spinoglio

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