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Tappa a Camagna
Dalle storie alla Storia: Memoria e Resistenza
La sesta edizione della rassegna estiva Isral
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L’obiettivo è chiaro: andare “oltre le corone d’alloro e il taglio del nastro” e dare continuità alla memoria e ai luoghi della Resistenza ipotizzando una rete collaborativa e sinergica tra le varie istituzioni sul territorio. Un management, quello delle sedi storiche, museali e culturali rievocative delle vicende del 1943-45, che deve abdicare la sola e unica logica, pur fondamentale e irrinunciabile, del volontariato, orientandosi invece sulla consulenza professionale di esperti e sulle opportunità di “appeal” anche turistico.
La tappa camagnese di “Dalle storie alla storia”, la sesta edizione della rassegna estiva itinerante di incontri, libri, confronti e discussioni promossa dall’ISRAL – l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Alessandria ha raccolto sabato al tavolo dei relatori il Presidente dell’Associazione “Memoria della Benedicta” Daniele Borioli e la “testa” dell’ISRAL Mariano Santaniello, in conversazione con Fabio Gandi, referente dell’ANPI di Pontecurone - Sezione Regazzi e Spaviero e curatore del libro “… di sana e robusta costituzione.
Dialogo sulla costruzione dei luoghi della memoria”. Il testo, che riscostruisce il processo di rifondazione della sezione pontecuronese dell’Associazione Nazionale Partigiani, avvenuto dal 2012, è stato addotto come suggerimento e “spunto” per scongiurare l’esaurirsi dell’associazionismo resistenziale e instillare, invece, nuova linfa vitale al lavoro di divulgazione dei fatti, dei luoghi e dei personaggi storici.
Gandi racconta come, alla progressiva scomparsa degli ultimi partigiani dopo gli anni ’80, l’ANPI abbia ritenuto esaurita la responsabilità di tramandare le testimonianze della guerra di Liberazione. Alla sua ripartenza si è dovuto far leva sulla memoria di “seconda mano” e sulle banche dati, anche da Voghera e Genova, in vista di un censimento dei partigiani pontecuronesi che, dopo quattro anni, ha restituito circa 90 nomi, con un certo margine di aumento, senza considerare l’ulteriore elenco delle staffette, da individuare consultando i fogli matricolari.
La diffidenza, ancora troppo dilagante, della popolazione ha incoraggiato Gandi e il suo collettivo ad aprire un memoriale, una stanza dove è conservato ed esposto tutto il materiale d’epoca reperito e catalogato: all’origine l’idea manteneva una certa semplicità, raggruppando le foto dei combattenti secondo il criterio della brigata di appartenenza.
Progressivamente, proprio grazie al memoriale, sono andate spezzandosi le riserve e le remore della comunità che ha iniziato ad avvicinarsi e a consegnare nuovi pezzi e reperti: si sono “fatti avanti” anche i parenti dei partigiani che prima ne ignoravano i trascorsi. Contestualmente, l’ANPI di Pontecurone ha ricostruito i tasselli degli ultimi giorni di Cesarino Spaviero, morto nel marzo 1945 nel lager di Mauthausen, dopo aver transitato per Mortara, Varzi e Bolzano.
Il ricomposto “puzzle” della Resistenza nell’area di Tortona e della Val Curone ha, quindi, dato alle stampe il volume “… di sana e robusta costituzione”, nelle cui pagine si scorre il corredo fotografico dei partigiani: una dimensione che si esprimeva nelle brigate “di montagne” e in quelle “di pianura”, quest’ultime preposte all’arruolamento, al raccordo fra i gruppi di combattimento e al coinvolgimento dei civili nella lotta antifascista.
Forte del rinnovato interesse pubblico e dell’aumento dei tesserati, Gandi ha già in mente le prossime mosse: trasformare il memoriale in ETS (ente del terzo settore) e mettere a punto una partnership con le vicine Sale e Castelnuovo Scrivia per fondare un altrettanto “santuario” del partigianato di pianura.
L’operazione di riconversione dei luoghi e degli istituti della memoria in realtà professionali, sottoposte alla gestione e alla tutela di figure esperte e orientate a prospettive di natura turistico-ricettiva è già argomento di discussione in Consiglio Regionale.
A Camagna gli occhi sono puntati al futuro decollo del Museo della Resistenza del Basso Monferrato presso la Casa natale di Vitale ed Eusebio Giambone, inaugurato lo scorso anno e in attesa del suo allestimento, un candidato ideale a “faro” della ipotetica rete dei presidi della Resistenza alessandrina e piemontese.
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