Articolo »

  • 30 agosto 2023
  • Casale Monferrato

Attraverso Festival

Gioele Dix omaggia il "Signor G" a Palazzo Langosco

“Ma per fortuna che c’era il Gaber" giovedì sera alle 21

Gioele Dix. Visto da Max Ramezzana

Giovedì 31 agosto alle ore 21 il cortile di palazzo Langosco ospita il primo dei due spettacoli di Attraverso Festival. Protagonista Gioele Dix che ci racconta come nasce “Ma per fortuna che c’era il Gaber - viaggi tra inediti e memorie del Signor G”. 

Insieme al celebre attore anche due musicisti del calibro di Silvano Belfiore (pianoforte) e Savino Cesario (chitarra). Un omaggio al grande performer milanese, tra classici e inediti. Biglietti online su mailticket.it.

Chi era il Signor G?
Il Signor G era una guida spirituale, che ho scoperto da ragazzo. Il vero Gaber che mi ha cambiato e sedotto è stato quello teatrale degli Anni ’70. Con il suo teatro-canzone raccontava a noi giovani le storie come un fratello maggiore. Come vedeva la vita, come vedeva il mondo, raccontava le cose che non funzionavano… Narrava il fermento di quegli anni, grazie al quale molti si aggregavano e lui era un interprete di quella voglia così speciale…e al tempo stesso era occhio critico. Ero un ragazzo che sperava di fare l’attore e Gaber visto dal vivo era impressionante e magnetico. Guardarlo sulla scena era uno stimolo. Lo spettacolo parte da qui. Un omaggio a un grande performer, che ha cambiato il modo di fare le canzoni. Gaber era un cantautore dalla grande capacità d’attore.

In cosa consiste la bellezza del teatro-canzone?
La bellezza del teatro-canzone risiede nella capacità di raccontare la realtà attraverso la propria sensibilità. Gaber raccontava il mondo da dentro: il rapporto di coppia, il legame con i figli, la politica… Gaber rileggeva gli elementi della realtà, mentre altri giganti come De Gregori e De André scrivevano in chiave poetica. Se si riascoltano certi monologhi,  sì datati da un punto di vista temporale, sono terribilmente attuali, soprattutto quelli legati alla politica… basta cambiare un nome e… 

Come si sviluppa lo spettacolo?
Sono in scena con due musicisti eccezionali come Savino Cesario e Silvano Belfiore con i quali abbiamo realizzato gli arrangiamenti musicali dei pezzi di Gaber che abbiamo scelto per lo spettacolo. Ma l’elemento originale è legato agli inediti che ci sono stati concessi dalla Fondazione Gaber. Mi viene in mente un monologo molto divertente legato a un uomo con genitori anziani, con i quali non riesce ad avere rapporti. Poi ancora uno dedicato alla Rivoluzione d’ottobre, tipico degli Anni ’70: ogni anno quest’uomo attende il grande evento, che non arriva mai… e intanto invecchia. Questi pezzi sono una chicca in più che permettono di raccontare un Gaber mai ascoltato… E ancora due testi mai stati musicati a cui abbiamo aggiunto il sottofondo, i quali hanno riscosso un ottimo successo.

Farebbe bene ai “millenials” immergersi nel mondo di Gaber?
Beh un primo riscontro mi arriva dalla Fondazione Gaber: ogni volta che c’è una lezione o un momento di incontro dedicato al Gaber-filosofo, l’attenzione dei giovani è alta. Sono temi attuali che incuriosiscono, con l’aggiunta dell’ironia, che alleggerisce tutto. Ci sono tanti giovani curiosi che hanno voglia di approfondire. Funziona poi l’idea che la canzone possa raccontare la vita e i problemi, per sciogliere certi interrogativi… un po’ come i rapper di oggi.

Attualizzando il messaggio di Gaber, che cosa direbbe oggi?
Direbbe le cose che ha sempre detto. Occorrerebbe un pochettino di etica in più nel gestire le cose pubbliche. Manca il senso del servizio. Con questo non voglio puntare il dito sulla politica di oggi, siamo coinvolti anche noi nella società. Un tema alla De André: «Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti». E poi l’ironia, che dobbiamo essere capaci di utilizzare…

Quanto ci manca Gaber?
Tantissimo, tantissimo! Un uomo di 63 anni che viene a mancare, che avrebbe detto tante cose su pandemia e riscaldamento globale… Poi meglio per lui essersi risparmiato una classe politica nuova, forse peggio di quella di prima… Manca un occhio lucido che sappia essere critico…


Profili monferrini

Questa settimana su "Il Monferrato"

Roberto De Alessi

Roberto De Alessi
Cerca nell’archivio dei profili dal 1871!