Sprangata del gorilla al cliente del night club: albanese arrestato per tentato omicidio
di b.c.
Un uomo riverso al suolo in una pozza di sangue con la testa fracassata da un colpo inferto con un corpo metallico. Questa la scena che si presentava, all’alba del 3 marzo scorso, agli investigatori del Commissariato di Polizia, chiamati dal 118 ad intervenire nel piazzale antistante il “Seven Club”, locale notturno nella piccola zona industriale di Casale, a ridosso della provinciale per Valenza. Il ferito, che presentava una vistosa frattura nella zona parietale, era un uomo di 51 anni, di origine pugliese ma residente a Vercelli, con un curriculum penale di tutto rispetto, conosciuto come abituale frequentatore di night.
Attorno alla scena del delitto, il deserto, eccezione fatta per il personale medico che prestava i primi soccorsi all’aggredito, trasportato all’ospedale civile di Alessandria dove veniva ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurochirurgia e successivamente sottoposto a due delicati interventi chirurgici per la ricostruzione della calotta cranica.
Nessun indizio e, soprattutto, nessuna testimonianza. Un’indagine dunque che si presentava subito difficoltosa, anche per la reticenza delle persone che sapevano e avrebbero potuto collaborare. Come ad esempio il titolare del locale - un padovano di 57 anni, residente a Santhià - accusato di aver depistato le indagini e successivamente denunciato per favoreggiamento.
Situazione che tuttavia non ha scoraggiato l’operato dei poliziotti casalesi che, coordinati dal dirigente, Athos Vecchi, hanno avviato una capillare e articolata indagine. Tramite le informazioni raccolte da alcuni avventori e l’analisi del traffico telefonico, gli investigatori riuscivano a restringere rapidamente il campo sui probabili autori della brutale aggressione.
Ben presto i poliziotti hanno individuato due ragazze rumene occupate nel locale come entreneuse: con una di queste la vittima aveva avuto una relazione. Un’infatuazione che lo portava a frequentare regolarmente il night e a “filare” costantemente la ragazza.
L’uomo non aveva desistito neppure quando i responsabili del locale lo avevano invitato a «lasciare in pace la giovane, perchè doveva lavorare e intrattenere i clienti e non solo lui». Ma l’uomo non intendeva “mollare l’osso”: la notte del fattaccio pare avesse bevuto parecchio e la sua insistenza aveva provocato la reazione di un buttafuori del locale, Albert Uruci, 34enne albanese, residente a Castello d’Annone, nell’astigiano, personaggio già noto alle forze dell’ordine per traffico di stupefacenti. Uruci agiva anche da “gorilla” e autista, prelevando e accompagnando a casa le ragazze, soprattutto dopo che la giovane rumena era entrata nel mirino del vercellese.
Così, alla chiusura del locale , tra Uruci e il cliente c’era stato un alterco, sorto proprio per cercare di allontanare la vittima dalle ragazze, e culminato con l’aggressione del buttafuori che avrebbe colpito alla testa il rivale, probabilmente con una chiave a croce per pneumatici. Dopo Uruci è stato rinchiuso nel carcere di Vercelli, mentre il locale è stato chiuso per irregolarità amministrative.