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“Gesù, la pietra scartata”: le riflessioni sull’opera di mons. Pacomio

In questa giornata pasquale riportiamo le riflessioni di Riccardo Calvo sull’ultima fatica letteraria di mons. Pacomio, villanovese vescovo emerito di Mondovì

In questi tempi difficili di Pasqua in cui sono pochi coloro che riescono ad elaborare la grande tristezza delle notizie dei nostri telegiornali, la lettura dell’ultima fatica editoriale di mons. Luciano Pacomio, villanovese, vescovo emerito di Mondovì, biblista di grande fama restituisce la voglia di superare l’apatia e la rassegnazione. 

A partire da un incipit auto-biografico, mons. Pacomio da un lato invita subito il lettore a ritornare agli elementi primari dell’umano, “agli indicatori di umanità” e dall’altro riesce a raccogliere in modo particolarissimo la provocazione di papa Francesco sulla “cultura dello scarto” come malattia del nostro tempo. 

Lo fa ricordando a tutti noi, sin dal titolo del libro “Gesù la pietra scartata”, (Paoline, Milano) la logica estrosa e sconvolgente per le nostre scelte dell’ultimo che diventa primo, del debole e del più fragile che confonde i forti, di ciò che è nulla che è esaltato sui potenti. 

E’ la trama paradossale delle Beatitudini e dello svuotamento o dell’umiliazione di Cristo dell’Apostolo Paolo nella Lettera ai Filippesi quella che Pacomio chiama la “meravigliosa altalena” che regge la speranza di tutti i poveri, degli emarginati e di noi peccatori bisognosi della misericordia di Dio. 

Davvero attuale il simbolo dello scarto, e la figura fondamentale dello “Scartato”, Cristo Gesù che diventa Pietra Angolare! Quel che è originale nella riflessione di mons. Pacomio è il fatto che egli rimanga attaccato ad uno stile biblico-sapienziale , che non cerchi alcun tipo di facile sequela rispetto alla predicazione di Papa Francesco e che riesca comunque (forse proprio per questo!) attualissimo e dotato di senso profondo nel suo ragionare dando sostegno ai cammini di debolezza e di fragilità degli uomini suoi contemporanei. Il segreto è “imparare da Gesù”, lasciarsi trasformare da Lui in “pietra scartata” che diventa risorsa, è andare alla ricerca della “felicità possibile”, della capacità di compiere “azioni buone”, con una “ginnastica per la vita” legata ad una sana coscienza della nostra debolezza. 

Infatti davanti alla morte ed al male si possono vivere queste esperienze scegliendo la via della protesta e della ribellione, si può cadere nella disperazione. Oppure è possibile, proprio nella dimensione della Pasqua di Gesù, trasformare il nostro “scarto” in “risorsa”, in dono di vita. Perché morire significa sempre morire per qualcuno.... Perché tutto è dono! Anche i nostri gravi limiti, se ricompresi nella dimensione della salvezza di Cristo.
In questa Settimana Santa, la proposta di Mons. Pacomio permette di vivere la gioia, di osare la speranza oltre la disperazione ed il pessimismo. Perché se è importante, oggi, puntare alla ricostruzione del grande monumento di Notre Dame è ancora più importante usare la pietra scartata di Gesù per fondare una nuova cultura dell’accoglienza, dell’ascolto, del dialogo. “Si può e si deve sognare – scrive Mons. Pacomio – Ma non soltanto; dobbiamo riscoprire gli altri come noi!”. 


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Veronica Spinoglio

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