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  • 04 aprile 2023
  • Casale Monferrato

Al Municipale

"Miracoli Metropolitani": un umorismo che fa riflettere

Per la rubrica "Si apre il sipario"

Gabriele Di Luca. Visto da Max Ramezzana

Mercoledì 5 e giovedì 6 aprile alle ore 21 prosegue la stagione al teatro Municipale di Casale Monferrato con lo spettacolo “Miracoli Metropolitani” (biglietti online su VivaTicket e la sera degli spettacoli al botteghino del teatro): la vicenda si svolge all’interno di una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari.  Fuori imperversa l’allarme di una guerra civile. Il mondo è diventato un luogo inaffidabile, intollerante e meschino. Il testo immagina un futuro possibile, cercando di richiamare alle responsabilità individuale e sociale. A parlarci dello spettacolo, il regista Gabriele Di Luca.

Fatti tratti da una storia vera…
Il mio racconto nasce da una vicenda realmente accaduta: nel 2016, in un quartiere londinese, venne ritrovata un’enorme palla di grasso nelle fogne, che stava distruggendo l’asfalto. Un simbolo reale degli abusi dell’uomo sull’ambiente e sulla natura. Questo “mostro” stava prendendo vita! Da qui nasce “Miracoli Metropolitani”, la gente che vive in mezzo agli escrementi e ai liquami all’esterno, e i protagonisti si trovano in questo scantinato riadattato a cucina, specializzata in cibo d’asporto per intolleranti alimentari. Da una parte la… “mer*a”, dall’altra il cibo, simbolo dell’Occidente sovralimentato e viziato da tutti i reality di cucina. Questi due elementi costituiscono tutta l’ossatura dello spettacolo.

L’uomo in un mondo così complicato che ruolo ha?
La forbice della diseguaglianza si sta sempre più allargando: la gente subisce l’incapacità della politica che non è in grado di guardare in faccia alle emergenze vere e proteggere la popolazione. Di fronte a queste vicende, la politica strumentalizza i fatti e inizia a colpevolizzare i migranti, da qui il motto “Cagate a casa vostra”. Nasce una guerra civile tra immigrati e buoni patrioti, fino ai primi morti. Si cambia governo e si arriva a un autoritarismo estremo, come in una dittatura. Hope, etiope di origine, lavora in questa cucina e si ritrova costretta a nascondersi perché perseguitata. 

C’è un pizzico di Orwell nello spettacolo?
Credo di sì. Non tanto di mondo della sorveglianza, ma qualcosa di meno articolato, qualcosa di terra terra come la politica di oggi. Il mondo di oggi vuole una politica “sbragata” .

Un umorismo che fa riflettere?
Si ride durante tutto lo spettacolo! Ci si emoziona e il contatto tra elementi sproporzionati tra loro crea un cortocircuito che permette all’umorismo di manifestarsi. I protagonisti cucinano cibo di lusso per intolleranti alimentari, ma le materie prime utilizzate sono comprate in Cina. E attraverso un ex chef stellato il cibo diventa appetibile ed esteticamente bello.

Come interagiscono i personaggi sul palcoscenico?
Sono otto personaggi interpretati da sette attori: ognuno con i propri obiettivi di riscatto, provenendo dal mondo degli ultimi e degli esclusi dal successo. Un mondo degli invisibili che mi affascina molto. Sono persi e disillusi, in cerca di qualcosa che non arriverà mai. 

Come si applica la sincronicità di Jung?
Ho lavorato tantissimo sugli eventi acausali, quelli che Jung chiamava coincidenze noumeniche e che noi generalmente definiamo coincidenze… qualcuno addirittura considera questi fatti dei miracoli! Non tutti gli eventi della nostra vita sono generati dal rapporto causa-effetto. 

Ci sarà un secondo tempo di “Miracoli Metropolitani”, dopo quello che ha descritto in questo spettacolo?
Nel prossimo spettacolo “Salveremo il mondo prima dell’alba” parlerò di una società vicina a un punto di rottura, non so se collegato alla guerra, ai cambiamenti climatici o alle crisi idriche… un modello capitalista che ha colonizzato il nostro inconscio e anche gli anticapitalisti sono stati inglobati dal modello della nostra società. Non esistono le battaglie per valori autentici, ma tutti abbiamo una facile morale! 


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