Siltal: niente soldi, niente inglesi. A Roma Caraffini chiede un altro rinvio
di Massimiliano Francia
I fondi di investimento inglesi si sono dileguati così come il nuovo socio del quale si era parlato poco prima dell’estate senza che si sia capito fino infondo se si è trattato di manovre diversive o «depistaggi», o se come ha detto l’azionista di maggioranza di Siltal Gabrio Caraffini si sono tirati indietro a causa di una congiuntura economica sfavorevole che scorragia gli investimenti.
Due ore di ritardo e niente soldi.
Il patron di Siltal si è presentato così ieri a Roma all’incontro del ministero, convocato dopo che le promesse di agosto erano finite in un nulla di fatto e che aveva inviato una lettera assicurando che questa volta avrebbe dato corso alla ormai leggendaria ricapitalizzazione.
Dimenticato il freddo passivo che avrebbe dovuto rivoluzionare il settore e ilmercato, Beatrice, la nuova linea di lavatrici e di lavastoviglie sembra avere raggiunto l’omonima dantesca in paradiso, ieri si è consumata l’ennesima sconfortante episodio di una storia che va avanti da oltre quattro anni.
Un’altra promessa, questa volta per il 15 ottobre, data entro la quale dovrebbe essere perfezionata - spiega Mirko Oliaro, Fiom, anche a nome dei colleghi di Fim e Uilm Tonio Anselmo e Alberto Pastorello - «la cessione del 49% di Trafomec, una azienda di trasformatori di Perugia. Vendita che sarebbe buon punto in quanto ha firmato contratto la scorsa settimana e con quella liquidità sono in grado di fare ricapitalizzazione e pagare tutto e tutti entro il 15 di ottobre».
Per parte nostra non crediamo più alle promesse di Caraffini e di chi rappresenta la Siltal e se è chiaro che la speranza è sempre che l’azienda venga salvata
a fronte della troppe promesse disattese i commissari faranno partire, oggi, venerdì una lettera formale concui chiedono il rispetto del contratto.
E sempre oggi alle 14 sisvolgerà una assemblea a Ticineto con i rappresentanti nazionali del sindacato in cui si discuterà di far partire fare le ingiunzioni di pagamento per ogni singolo lavoratore. decisione che verrà poi ratificata l’8 ottobre nell’ambito del coordinamento nazionale di Cgil, Cisl e Uil.
Poi se azienda troverà le risorse ritireremo tutto, altrimenti procederemo.
Cosa che potrebbe significare il fallimento della Siltal.
A Roma oltre ai sindacalisti c’erano una delegazione di lavoratori ma anche il vicesindaco Crisafulli e l’assessore al Lavoro Fabio lavagno che al ministero hanno ribadito l’importanza sul territorio dell’operazione Silta. le
difficoltà delle famiglie appena alleviata dagli anticipi concessi dalla Provincia di Alessandria, il rischio che un intero settore produttivo si impoverisca e hanno inoltre espresso perplessità sulla capacità della proprietà di dare corso al piano industriale, visto che non ci sono neppure i soldi per gli stipendi.
Serve un impegno forte da parte della presidente della Regione affinché chieda al Governo l’impegno a fare adeguate pressioni sugli istituti bancari , per aprire linee di credito su una partita delicata e importante.