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Intervista

Dall’Africa... in Valcerrina: la storia di Gabriel Ivbijaro

Fondatore di The World Dignity Project, ex presidente della World Federation for Mental Health

Dopo aver visitato le più rinomate località della Liguria, della Toscana e dell’Emilia Romagna, ha scelto il Piemonte e, più precisamente, il Monferrato della Valcerrina per comprare casa e produrre vino.

Parliamo di Gabriel Ivbijaro MBE JP, fondatore di The World Dignity Project, ex presidente della World Federation for Mental Health (la più antica organizzazione di difesa della salute mentale nel mondo), nonché discendente del regno The Arure of Iyede Kingdom.

Gabriel, nel 2004, aveva comprato casa in quel di Perosio, ridente località cerrinese e, da qualche tempo, produce vino. Lo abbiamo incontrato nella sua grande casa, quasi più un albergo a giudicare dalle numerose camere e dall’importante taverna, dove periodicamente ospita studiosi e amici provenienti da tutto il mondo.

Gli abbiamo chiesto perché Cerrina?

Perché ho trovato il posto ideale per godermi la bellezza della campagna. A Perosio ho trovato qualcosa di magico.

Quali sono le tue origini?

Vengo da una famiglia africana di contadini e distillatori originaria dello stato del Delta, in Nigeria. Il mio defunto padre era un capo ereditario del The Arure of Iyede Kingdom. Mia madre è un capo del clan. Io sono un discendente degli Atua.

Perché hai scelto di lasciare la Nigeria e seguire un percorso diverso?

Mio padre era stato un funzionario statale senior e, una volta ritiratosi dal lavoro, era diventato presidente dell’Istruzione a Isoko North. L’educazione allo studio è sempre stata di fondamentale importanza per la mia famiglia, per questo sono diventato un medico e sono professore di salute mentale della popolazione presso l’Università Nova di Lisbona, in Portogallo.

Un mestiere che è altresì una passione?

Sì, per questo ho fondato un ente di beneficenza, The World Dignity Project, decollato a New York nel 2014.

Di cosa si tratta?

Del riconoscimento e della tutela delle numerose persone che soffrono di disturbi mentali e, spesso, si sentono emarginate e discriminate.

I disturbi mentali rappresentano una patologia in aumento?

Sì, una persona su quattro, nel corso della vita, la sperimenta.

Qual è lo scopo del progetto? La cura, empatia e compassione, la speranza per il recupero, l’autostima, l’autodeterminazione e l’uguaglianza, parità di stima e piena cittadinanza. Malgrado L’Onu abbia affermato il diritto di ogni essere umano di godere dei più elevati standard di salute fisica e mentale senza discriminazioni su nessuna base, «la stigmatizzazione continua ad essere una barriera: molte persone non ricevono un’adeguata assistenza e attenzione» ci spiega Gabriel.

Ma parliamo di vino. Qual è la superficie e la produzione dei tuoi vini a Perosio?

Sono 5ha circa di vigna suddivisa tra Barbera, Sauvignon Blanc, Viognier, Pinot Nero, Merlot e Nebbiolo. Al momento non tutti i vigneti sono in piena produzione e, pertanto, gli ettolitri prodotti sono 220 circa e le bottiglie 30 mila.

Dov’è destinato il tuo vino?

Nel Regno Unito e in Nigeria principalmente, oltre ad altri Paesi esteri.

Cosa pensi della Barbera?

È un ottimo vino che comunica appieno il terroir e la cultura monferrina.

Tra le produzioni non figura il Grignolino. Perché?

Per me, sebbene provenga da una famiglia di contadini e distillatori, l’enologia è un mondo nuovo, al quale mi sto avvicinando gradualmente e con grande passione, grazie anche all’aiuto delle aziende Issopo di Ponzano e Vicara di Rosignano, oltre che di mio figlio. Confido di iniziare presto a produrre anche Grignolino, che so essere un vino apprezzabile, di grande storia e alto valore, ma anche difficile per le sue particolari caratteristiche. Per questo mi devo preparare meglio.

Cos’è per te il Monferrato?

Pace e la possibilità di vivere appieno lo stile di vita italiano.


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Emanuela Pastorelli

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