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Zoofavola l’iconografia della Sacra Famiglia e una punizione che ricorda un po’ certe metamorfosi di Ovidio

Come l’aiutante di Giuseppe divenne tarlo

Da l’Esopo monferrino Zoofavole dialettali raccolte e scongelate, tradotte e commentate a cura di Pietro Giordano Odalengi (15)

 

L’uomo e il tarlo nell’armadio

Tüta la nöcc, la gàmula dl’armarila mola nanca ‘n culp, pes che ‘n arlogi.

“Ma t’l’ha propi cun mi?

Forse m’arnogii buro ch’i’hö marcà ‘ns al calendari?”.

“Ma no: i to buro i sun giramulinal paragun di me sagrin.

I sun di fö fuletda banda al me segret.

T’ha dunque da savei che i me mistéi’eru da meisdabosch e minüsié,

dren la butega d’in munsü Pinot,‘na pasta d’om e ‘n gamba, ma vegiot.

In dì m’han fa: “Ma spus cun la Maria,ch’l’è tant ‘na brava fìa”.

Mi ai digh: “Se cula lì ta spusa ti,mi mang ‘n armari ‘ntrei: in toch al dì”.

“Lu stagh mangiand e i ‘hö ‘ncur nen finì!

 

La traduzione

Tutta notte il tarlo dell’armadio non perde mai un colpo, peggio di un orologio. Allora io gli domando se sono gli errori, di cui è costellata la mia vita e che lui vuole rinfacciarmi. Mi risponde che i miei errori sono ben poca cosa (un lieve turbinio d’aria, un fuoco fatuo) nei confronti del suo dolore e del suo segreto. E aggiunge: “Devi sapere che io ero un falegname ed ebanista nella bottega di un certo signor Giuseppe, buono come il pane ed anche in gamba, ma già an-zianotto”. Un giorno mi annuncia che avrebbe sposato Maria, gran brava ragazza. E io gli dico: “Se quella lì acconsente a sposare te, io mi mangio un armadio, un pezzetto al giorno”. E conclude: “Lo sto mangiando e non ho ancora finito”.

 

Il commento

L’autore sembra domandarsi come mai una certa ico-nografia abbia sempre rappresentato San Giuseppe molto più anziano della Madonna. Così facendo ne-gava ogni merito alla sua scelta di castità.La punizione del tarlo ricorda un po’ certe Metamor-fosi di Ovidio.La parola “Buro” (errore, sbaglio) si usa ancora e forse deriva dal latino “aberrare”.Non sento invece più il verbo “arnugià” (rampognare, ecc.) che pure nel dialetto esisteva.


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Monica Triglia

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